«Signora, sono il sindaco. Questa mascherina è per lei: è lavabile a 90 gradi, mi raccomando. La indossi». E’ il porta a porta durante un pomeriggio qualsiasi ai tempi del coronavirus. Giornate senza tempo che vedono i sindaci combattere in prima linea contro il nemico invisibile, presidiando il territorio e sempre ponti ad offrire risposte ai quesiti dei cittadini impauriti. Come Francesco De Rebotti, sindaco di Narni (quasi 20mila abitanti) e presidente di Anci Umbria con cui abbiamo fatto il punto sui criteri necessari per beneficiare dei bonus spesa, proprio nelle ore in cui alcune decisioni da parte dei comuni hanno acceso delle polemiche. Come i casi di Perugia e Corciano. A riguardo, nei giorni scorsi, l’Anci ha diffuso ai sindaci le indicazioni per l’assegnazione de buoni spesa, individuando tra i criteri di priorità «i nuclei più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da Covid19 e tra quelli in stato di bisogno». Il testo suggerisce, inoltre, «l’utilizzo di un valore soglia al di sotto del quale scatta la possibilità di accesso a sussidio» e l’accesso al sussidio «qualora il valore delle entrate dell’ultimo mese è inferiore pari al 60% della soglia di povertà assoluta nel 2018».
Sindaco, che situazione si è trovato ad affrontare?
«Una situazione difficile sotto molti punti di vista. Aiutiamo, supportiamo ma dobbiamo anche intervenire. La prima difficoltà, è quella di far percepire ai cittadini il rischio che si corre, sopratutto se si è sindaco in un comune che non è stato particolarmente colpito dai contagi. Ogni giorno lavoriamo sulla prevenzione e il rispetto di regole che rendono più difficile il contagio e che ha dato buoni risultati perché le nostre comunità si sono adeguate bene a questo sistema così complicato. Certo, tutto questo comporta un quotidiano presidio di noi sindaci insieme alle forze dell’ordine e la quotidiana sollecitazione del rispetto delle regole e l’immediato intervento la dove ci sono comportamenti incoerenti con quelli indicati. Aiutiamo, supportiamo ma dobbiamo anche intervenire».
Spetta ai sindaci anche l’assistenza materiale ai cittadini?
«Un capitolo non meno importante. Ho passato il fine settimana a consegnare ai cittadini le mascherine e negli ultimi giorni i comuni sono stati protagonisti della questione dei bonus spesa. È qui che dobbiamo dare la migliore performance nei confronti dei cittadini in gravi difficoltà economiche. Dobbiamo essere veloci e puntuali nell’attesa che si giunga alla stabilizzazione degli strumenti che ci permetteranno di uscire da questa gestione assistenziale di cui siamo i responsabili».
Altro ambito nevralgico è l’assistenza e il supporto emotivo alle persone.
«Al di là di questo sistema fatto di regole, divieti e l’assistenza materiale, c’è anche la tenuta umorale e psicologica delle persone. Come sindaci stiamo cercando di aumentare le nostre capacità comunicative per far vedere ai cittadini l’esistenza di un presidio h24 che si occupa di informarli sull’emergenza. Ora più che mai siamo un punto di riferimento per tutta la cittadinanza. E lo siamo anche nei confronti di coloro che sono positivi al virus, o di chi è in isolamento fiduciario, persone magari non autosufficienti, e che non possono uscire per reperire alimenti e medicine. Per tutte queste persone con la collaborazione delle associazioni di volontariato abbiamo messo in moto una macchina in grado di assicurare una servizio».
La strada è ancora lunga?
«Ora la sfida è quella di continuare con lo stesso tenore e con la stessa forza perché è alto il rischio che ci sia è un allentamento della consapevolezza del rischio di contagio».
I comuni ora giocano una partita importante: l’erogazione dei bonus spesa. L’Anci conosce i dati sulla platea dei beneficiari del bonus spesa?
«Ancora no, ho assistito alla riunione della équipe e in questa fase in cui siamo noi a dare le direttive sui criteri di erogazione dei bonus spesa non c’è da essere pignoli più di tanto. Certo, dobbiamo essere scrupolosi per eliminare le furbizie, ma essere consapevoli che stiamo dando un aiuto momentaneo alle famiglie e alle persone in difficoltà».
Lei li giudica dei fondi sufficienti?
«Misureremo la quantità dei fondi solo alla fine, al momento è difficile fare previsioni con caratteristiche così straordinarie. Non sono pochi i comuni che hanno deciso incrementare i fondi per l’assistenza alimentare. Narni, ad esempio, ai 124 mila del governo centrale ne ha aggiunti 20 mila. Se non risulteranno sufficienti spero che ci sia un ulteriore sforzo da parte di tutti. Forse la Regione potrebbe battere un colpo».