L’idea – che ha preso la forma di proposta di ordine del giorno da parte di due consiglieri di maggioranza al comune di Perugia – di vaccinare prioritariamente architetti e ingegneri perché “categorie a rischio” sarebbe stata così sciagurata dal punto di vista sanitario che per bloccarla è dovuto intervenire il Governo nazionale, costretto a ribadire l’ovvio: prima anziani e soggetti fragili.
Ma quell’idea, ed è ciò che interessa sottolineare qui, rivela molto altro: la visione di una società divisa in caste, roba cioè che rimanda al Medioevo. In base ad essa, gli appartenenti alle cosidette professioni liberali hanno per diritto naturale la precedenza sul popolo, fatto di cassiere e cassieri, corriere e corrieri, operaie e operai costretti a condividere spazi di lavoro e mense; esattamente come l’aristocrazia e la nascente borghesia avevano nel Medioevo diritti enormemente superiori rispetto alla plebe, cioè privilegi.
Il diritto di precedenza per architetti e ingegneri è stato richiesto per via della presunta esposizione potenziale a un gran numero di persone a cui le due categorie di professionisti potrebbero andare incontro in vista delle richieste di lavori per il “bonus 110”. Il solo fatto che quella corsia preferenziale non sia stata invocata per i carpentieri che materialmente andranno a fare i lavori previsti dal “bonus 110” suffraga l’ipotesi della visione in caste di stampo medioevale, che non è esplicitata o teorizzata, ma è così incistata nell’inconscio da fare capolino quando meno te lo aspetti; pure sotto forma di ordine del giorno.
Si tratta di una visione che è macroscopica in questo atto maldestro presentato da due consiglieri, uno Forza Italia e l’altro di una lista civica, entrambi facenti parte del centrodestra che sostiene il sindaco Romizi. Quell’atto però, cela una visione sostanziale che alligna più sottilmente in un blocco sociale che non pare avere l’opposizione “social-culturale” – ché altrimenti è inutile parlare di quella politica – che viene ritenuta necessaria da chi pensa che il Medioevo sia stata un’età importante, ma che la divisione in caste (o corporazioni che dir si voglia) non si addica a una società complessa come quella contemporanea.