L’autore di questo articolo è un neo laureato che ha scelto di lavorare in una città di mare nel periodo estivo. Inizia così il racconto in prima persona, che si svolgerà in diverse puntate, delle vacanze viste con gli occhi di chi lavora
Perché proprio la stagione in una località marittima, quando preferisci la montagna?
Una risposta a questa domanda è molto semplice, prima però va fatto un appunto. La stagione che ho iniziato è la prima in assoluto che svolgo. Un obiettivo anche se minimo è quello di confrontarmi con me stesso e riuscire a scoprire nuovi mondi, seppur già conosciuti sotto l’ambito teorico. Mi riferisco alla possibilità di trascorrere circa tre mesi in un albergo, che mi ha concesso la possibilità di ospitarmi per tutto il periodo indicato. Non sono un amante delle località marittime, pertanto ho analizzato diverse possibilità e strade da intraprendere, ma la scelta è ricaduta su queste. Ho preferito andare in un luogo non incline alle mie preferenze, così da poter lavorare in serenità, per quanto possibile, e osservare le abitudini dei clienti e dei villeggianti in vacanza.
Prima di arrivare a dove sono oggi, ovvero seduto sopra al letto con il laptop davanti a me a scrivere queste righe, va precisato come sono arrivato fino a qui. La ricerca è stata del tutto casuale e dettata da alcuni eventi improvvisi. Con l’inizio di giugno mi sono deciso di trovare un lavoro stagionale, in attesa di iniziare il servizio civile, fissato per la metà di settembre. Ho iniziato a cercare a Perugia e nei dintorni, con la voglia di impegnare il mio tempo in qualcosa di pratico. Dopo essere stato in tre diverse aziende, la titolare di una di queste mi ha detto che in Emilia Romagna cercavano personale per lavori stagionali. Sono tornato a casa ed ho elaborato la possibilità di effettuare un periodo di lavoro al di fuori della mia regione. Così è iniziata la ricerca che, con mio stupore, è durata solo tre giorni, infatti con il passare di alcune ore avevo già ricevuto un paio di richieste. In poco meno di una settimana avevo le valigie pronte e la possibilità di iniziare un lavoro. Mi sono diretto da Perugia a Milano Marittima e ho iniziato il mio servizio. La candidatura che ho inviato riguardava la figura del cameriere, ma per esigenze dell’albergo con cui sono entrato in contatto, mi hanno spostato al ricevimento, in attesa di tornare al servizio in sala.
La prima settimana è stata di ambientamento: ho conosciuto i colleghi che mi accompagneranno in questo periodo, esplorato la zona e assaggiato alcune specialità del posto, in particolare la onnipresente piadina, anche se nel corso del mio periodo punto ad assaggiare il resto, con particolare attenzione al ragù alla bolognese ed i vari tipi di pasta tradizionale. I ritmi lavorativi sono stati piuttosto tranquilli fino ad ora, tranne che nel fine settimana, dove si è accennato quello che ci aspetterà nei mesi più caldi. Ancora si è nella bassa stagione e il tipo di clientela presente è quella “mordi e fuggi”, che si trattiene soprattutto durante il fine settimana. L’alloggio previsto da questi tipi di clienti è prevalentemente quello del bed and breakfast o della mezza pensione. Al mio arrivo ci sono state diverse persone, appartenenti ad un gruppo organizzato. La clientela successiva è stata composta prevalentemente da coppie.
La routine di lavoro è la stessa per tutta la settimana, ma con la possibilità di poter effettuare diverse attività, nonostante l’orario suddiviso nei tre pasti principali, colazione, pranzo e cena. Data la mia inclinazione all’ordine, al limite della maniacalità, soprattutto per quanto riguarda l’incastro degli oggetti, insieme ai ragazzi con cui condivido l’alloggio, abbiamo sistemato l’ambiente e ottimizzato al meglio l’alloggio. Abbiamo creato alcuni piani di appoggio e suddiviso i nostri spazi personali. Scrivere di cosa mi occupo sarebbe poco interessante, in quanto la maggior parte del tempo l’ho passato tra la reception e la caffetteria, per effettuare check-in e preparare caffè. La maggior parte dei villeggianti che ho incontrato fino ad ora arriva principalmente da Lombardia ed Emilia Romagna; il gruppo di cui ho accennato arrivava invece dal Trentino Alto Adige. Ho scambiato diverse conversazioni con i villeggianti dell’albergo e ho notato che vengo scambiato per un toscano, piuttosto che per un umbro. Credo che le differenze di dialetto siano poco interpretabili da coloro che non sono confinanti con la tua regione.
La città di Milano Marittima non è molto grande; il centro, che viene identificato con la fontana all’interno di una rotonda stradale è particolare, e non sono abituato a questo tipo di scenari. Sono fortemente affascinato da borghi e città storiche, pertanto non sono rimasto particolarmente colpito. La via principale è composta da negozi e bar, e la notte pullula di persone che passeggiano o si ritrovano sedute nei tavolini all’aperto. Frequenti anche diversi chioschi di prodotti locali lungo le vie. Da noi non sono presenti, perché la concezione di come è strutturata la città è diversa. Sono apprezzabili, e lo stile presente mi indica una zona turistica, ma soprattutto che tende al divertimento e al fast food. Fast, perché, come succede anche all’interno della sala ristorante in cui lavoro, il villeggiante tende a mangiare in fretta per godersi la spiaggia o per andare a divertirsi nei locali che offre la zona. Le vie sono piene di alberghi, punti di ristoro e locali di ritrovo e di acquisto di beni primari. La rotonda, il vero fulcro di Milano Marittima, è una piazza effettiva, e lo diventa sempre più con il passare delle ore. La notte viene chiusa e si trasforma, in quello che per i perugini è piazza IV Novembre. Un fascino diverso sia per la sua struttura che per coloro che ci passano. Il turista, o per meglio dire il villeggiante, si ritrova in una zona di passaggio non per cercare monumenti storici, ma per godersi la vacanza. Quello che si nota di più è la leggerezza, ovvero persone con il minimo indispensabile che si muovono come se stessero volando o siano immerse in un luogo immaginario. La vacanza, si sa, non è infinita e sui volti si scoprono i giorni passati in questi luoghi. Chi lo vedi rilassato e chi invece lo vedi triste, come per dirti che quello che sta passando è l’ultimo giorno e che l’indomani ripartirà in direzione di casa.
Svelare troppo cosa sto osservando, interromperebbe il fascino del racconto, pertanto vi esorto a rimanere in attesa di un prossimo articolo, che arriverà con il diario della seconda settimana.