UN panorama della Valdichiana dal centro storico di Cortona
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Riparte il Patto territoriale umbro-toscano: 10 milioni per la riconversione verde

 

A vent’anni dalla nascita, a dieci dal suo totale inabissamento nei meandri degli scontri politici locali, il ministero dello sviluppo economico (Mise)resuscita” il Patto territoriale per lo sviluppo dell’area Valdichiana, Amiata, Trasimeno, Orvietano (Vato) che coinvolge 39 comuni delle provincie di Siena, Terni e Perugia, che coprono un’estensione territoriale di 3.450 km2 con una popolazione  di circa 225.000 abitanti. A fianco delle amministrazioni locali, associazioni di categoria, camere di commercio, banche, consorzi d’impresa: l’elenco completo si trova qui. Nel link si trovano informazioni sulle origini di una vicenda costellata di ipotesi interessanti e macroscopici “arrosti” quanto a opere pubbliche: un quadro ben ricostruito in un articolo di “primapaginachiusi” che, da un punto di osservazione geograficamente particolare, offre riscontri interessanti sulle scelte che avevano condotto una bella intuizione nella palude delle “incompiute”, una delle “sette piaghe” che affliggono il Belpaese. Su questo tema riportiamo una presa di posizione del sindaco di Parrano, uno dei comuni che hanno sottoscritto il Patto. L’iter burocratico-ministeriale è accuratamente ricostruito in questo articolo.

Nei giorni scorsi l’assemblea del Patto territoriale interregionale Vato (Valdichiana, Amiata-Valdorcia, Trasimeno-Orvietano) ha approvato delle linee programmatiche e un bando per allocare le risorse (circa 10 milioni) rimaste inutilizzate negli anni dagli altri patti territoriali e rimesse in gioco dal ministero dello Sviluppo economico. Si tratta di un grande risultato dovuto alla tenacia del presidente del Vato, Marco Ciarini, e di altri volenterosi, a cominciare dalle Camere di commercio, che hanno creduto fino in fondo in questa possibilità e soprattutto nel valore e nell’utilità di una società mista come questa, che abbraccia i territori di tre province e di due regioni in uno dei territori di maggiore pregio in Italia. Questo spirito è stato colto dalle regioni, che intendono utilizzare proprio il Patto territoriale per coinvolgere i territori e le forze economiche e sociali nella progettazione del Pnrr.

In particolare, il bando tende ad attivare un progetto pilota che poggia su questi assi:

a) la rigenerazione dei centri storici e dei borghi (compresi gli insediamenti nelle aree rurali) attuando politiche e azioni di sistema “dal basso” che promuovano l’inversione della tendenza allo spopolamento, preservando la loro originaria identità e la loro testimonianza paesaggistica, storica, archeologica e architettonica. Per tutti i centri storici l’orientamento è quello di garantire la conservazione e il recupero del patrimonio immobiliare con il raggiungimento di standard qualitativi adeguati attraverso la ristrutturazione di edifici di diversa destinazione come abitazioni, residenze turistiche e/o ricettive, attività specialistiche e servizi essenziali, conseguendo la sicurezza antisismica e idrogeologica, condizioni imprescindibili sia per favorire il reinsediamento che per mantenere l’attrattività dei Borghi nel loro carattere identitario. Oltre a riqualificare l’abitato per la residenzialità si dovrà favorire il recupero e/o il riuso di volumi dismessi per la condivisione e l’ospitalità a scopo culturale e turistico favorendo progettualità di permanenza anche di medio termine;

b) la revisione del sistema della mobilità e la riqualificazione della rete sentieristica;

c) la valorizzazione del patrimonio storico culturale e lo sviluppo turistico sostenibile;

d) gli interventi di infrastrutturazione digitale;

e) la salvaguardia e tutela dei bacini imbriferi;

f) la promozione delle comunità energetiche pubblico-private;

g) la scuola e la formazione innovativa e la presenza dell’università nel territorio;

h) i servizi per le imprese del territorio.

Gli obiettivi programmatici adottati dal Vato potranno essere aggiornati e/o integrati entro il mese di dicembre 2021 attraverso l’attività di elaborazione “politica” e programmatica di specifici tavoli tematici.

Tali obiettivi, ritenuti strategici per lo sviluppo dell’area, saranno perseguiti attraverso la messa a terra dei bandi e/o delle misure ministeriali come i fondi riservati ai Patti territoriali, del PNRR, della programmazione comunitaria Europa EU 2021/2027 e/o altre linee finanziarie statali, regionali o del sistema bancario locale. Pertanto, il Vato intende promuovere e attivare un modello operativo di cooperazione concertata tra pubblico e pubblico e/o tra pubblico e privato finalizzato alla realizzazione di un insieme di interventi e progetti di investimento, di avviamento e di innovazione di interesse di area vasta.

Bisogna tener conto di diversi elementi:

– ogni Patto territoriale/soggetto responsabile può presentare un solo progetto pilota costituito da singoli interventi pubblici e/o interventi imprenditoriali tra loro coerenti sulla base di tematiche predefinite;

– Il progetto pilota dovrà essere accompagnato da uno studio di fattibilità tecnico-economica finalizzato a illustrare i contenuti tecnici della proposta, l’analisi costi benefici sulla fattibilità economico-finanziaria, e corredato da previsioni economico finanziarie fino al termine dell’attività;

– gli interventi imprenditoriali e/o pubblici che costituiscono il progetto pilota devono essere selezionati dai soggetti responsabili sulla base di una procedura trasparente e aperta, e sono ammissibili secondo quanto stabilito, rispettivamente, al Capo II e al Capo III del Decreto direttoriale del Mise del 30 luglio 2021. Nelle prossime settimane si svolgeranno nelle quattro aree di riferimento incontri pubblici per avviare un dibattito intorno al progetto da predisporre.

In copertina, un panorama della Valdichiana dal centro storico di Cortona (foto di Matthias v. d. Elbe da wikimedia commons)

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