Quella che segue è una presa di posizione del sindaco di Parrano, Valentino Filippetti, che si fa portavoce delle istanze provenienti dalle piccole municipalità dell’Umbria. Queste stanno scontando ancor più pesantemente delle comunità più grandi un triplice ordine di problemi: lo spopolamento progressivo in atto da decenni, lo svuotamento dei poteri in capo alle amministrazioni locali, le ricadute del Covid in contesti sguarniti dei presidi sanitari di base. Riconfermato nella carica di sindaco il 4 ottobre scorso con oltre l’80% dei voti, Filippetti lancia un appello che mette in evidenza il rischio per la tenuta complessiva dei territori davanti al calo continuo della qualità della vita nei centri cosiddetti minori. Dei 92 comuni dell’Umbria 11 hanno meno di 1000 abitanti, 24 meno di 2000, 23 meno di 5000, 13 meno di 10.000, 3 meno di 15mila, 9 meno di 30mila. Le rimanenti sei città, con oltre 450 mila residenti, contengono più della metà della popolazione complessiva. Un quadro profondamente sbilanciato con scarse prospettive di riequilibrio: solo la volontà dei sindaci (e non solo dei centri più piccoli) potrebbe bloccare un processo foriero di guasti irreversibili per la vivibilità (che non sia solo “a misura di turista”) di buona parte dell’Umbria. (A.C.)
Domani 19 novembre alle ore 11,00 a Perugia, presso la Sala del Consiglio provinciale, Anci Umbria, ha invitato i parlamentari umbri ad un confronto per fare il punto della situazione sulle rilevanti tematiche che riguardano i Comuni e che erano già state, in parte, affrontate in occasione dell’incontro dello scorso 20 Settembre: mancata riapertura degli sportelli postali, chiusura delle filiali bancarie, situazione emergenziale data dalla carenza di medici di medicina generale in alcuni territori.
Non potrò esserci per la concomitanza di un incontro sui servizi eco-sistemici promossi insieme ai Comuni di Allerona, Castel Viscardo, Ficulle e Baschi.
Tutti problemi importanti ma mi permetto di dire che è necessario dare una “linea politica” alle nostre battaglie su medici di base, sportelli bancari, Atm (Automated Teller Machine, ndr), uffici postali, trasporti, piccole scuole.
È in atto un processo attivato anni fa teso alla centralizzazione delle strutture e dei servizi.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un disastro, e il Covid lo ha evidenziato drammaticamente.
La risposta è il Pnrr che serve per ribaltare questa logica.
Il Governo ha fatto delle scelte.
A livello locale lo seguiamo?
I parlamentari ci possono dare una mano se sostengono questo cambiamento non solo in Parlamento ma nei territori e nel confronto con la Regione che, per quello che ha fatto fino ad oggi (ultima la recente pre adozione del nuovo Piano Sanitario Regionale), continua sulle vecchie strade.