Dodici lettere “aperte” per Barbara Corvi: il giorno 27 di ogni mese, per un anno, perché non cali il velo dell’oblio sulla vicenda della donna di Amelia scomparsa nel 2009, esattamente il 27 ottobre. La prima, che riportiamo integralmente, è a firma dell’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose in Umbria: porta la data 27 giugno 2022 coincidente col suo 48mo compleanno. Per l’Osservatorio la vicenda di Barbara Corvi ha assunto una triplice valenza simbolica su cui spendere il proprio impegno: l’intreccio tra il dilagare della violenza sulle donne e le pratiche della criminalità organizzata (in questo caso la ‘ndrangheta calabrese), il tutto accentuato dal radicamento delle mafie fuori dalle regioni in cui sono nate.
L’idea delle “lettere” si accese proprio ad Amelia nel corso di un consiglio comunale aperto tenuto nel luglio del 2021: in quell’occasione Tonio Dell’Olio, componente dell’Osservatorio, propose di coinvolgere la società regionale con questa forma di sollecitazione a non dimenticare il nome di Barbara Corvi, inclusa nel 2021 dall’associazione Libera tra le le vittime innocenti delle mafie. L’invito a dare un proprio contributo scritto è rivolto a singole persone e associazioni e si punta a farlo conoscere sia in Umbria che in Calabria grazie ai media locali. Un programma che richiama le forme più intense di mobilitazione antimafia tipiche dell’associazionismo nelle sue varie forme (comitati spontanei, volontariato, sindacati), nel tentativo di dare uno scossone ad un società regionale disattenta e distratta. Davanti a un quadro del genere c’è necessità di “strumenti di servizio” aperti e fruibili: documentazione, formazione, pacchetti didattici, incontri con le persone protagoniste. Strumenti pensati per facilitarne l’uso delle persone di buona volontà presenti nelle scuole, nelle università, nelle amministrazioni comunali, nelle associazioni di categoria per costruire nuove consapevolezze sulle trasformazioni dei modi di agire della criminalità organizzata. Un esempio interessante di come si può contribuire alla coltivazione della memoria è quello dell’etichetta discografica romana, Giuromusic, che ha prodotto il brano Grida Giustizia, scritto da Eugenia Martino, con la musica di Bruno Ferri. Nella rielaborazione del testo ha partecipato anche Valeria Farinacci, che ha dato voce a questa canzone, ribadendo la vicinanza alle tematiche legate alla violenza sulle donne.
La necessità di elaborare una strategia articolata per contrastare la criminalità organizzata ha portato anche all’elaborazione del protocollo “Libere di essere”, strutturato grazie alle ricerche sulle dinamiche intersezionali tra la violenza mafiosa e la violenza di genere. Da qui l’intuizione, nata in seno all’Osservatorio, di ragionare sulle politiche di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne nonché sui modelli di accoglienza che caratterizzano i centri anti-violenza. Il protocollo “Libere di essere” nasce dalla collaborazione con il Centro per le pari opportunità della Regione Umbria e cinque dei 9 centri presenti in Umbria: Narni (intitolato proprio a Barbara Corvi), Casa delle donne (Terni), Crisalide (a Spoleto), Donne contro la violenza, Liberamente donna (Perugia e Terni), Maria Teresa Bricca (Città Della Pieve). A sottoscrivere il “Protocollo libere di essere”, al termine degli iter burocratici previsti, saranno le procure della repubblica di Perugia, Terni e Spoleto e le prefetture. L’obiettivo è quello di affiancare e supportare nella ricostruzione di un progetto di vita donne sopravvissute a casi di violenza o che intendono allontanarsi dai loro nuclei familiari e parentali non condividendone l’affiliazione mafiosa.
Andrea Chioini è componente dell’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata e l’illegalità in Umbria