La pista ciclabile tra Assisi e Spoleto è risultata quella con più click negli ultimi due anni, almeno nelle ricerche effettuate sul sito di Bicitalia, la rete dei percorsi ciclabili mappati da Fiab Italia, tanto che l’assessore regionale Enrico Melasecche aveva prontamente dichiarato che il risultato premiava gli sforzi fatti dalla Regione per la valorizzazione dei «meravigliosi percorsi che l’Umbria mette a disposizione». Ho percorso la Assisi-Spoleto il 16 agosto, e ho potuto toccare con mano in cosa consista la valorizzazione.
All’uscita dalla Stazione di Santa Maria degli Angeli, ci sono dei cartelli che indicano il percorso; un paio di incroci successivi non sono presidiati da indicazioni, ma sono abbastanza intuitivi, almeno per me che abito in zona, ma forse non vale per tutti. Arrivati a Rivotorto, c’è l’ultimo cartello, poi il nulla. Qui, tra google maps e qualche residente, si ottengono le indicazioni necessarie. Da notare che mentre si percorre la via centrale che attraversa Rivotorto, occorre a un certo punto dirigersi verso una direzione non segnalata da alcuna indicazione; al termine della strada però, ecco spuntare i cartelli che non si capisce perché non siano stati posizionati nel punto in cui occorre svoltare.
A questo punto c’è un sottopasso da prendere: di nuovo cartelli, ma nessuno che indichi la direzione, solo un generico “Assisi-Spoleto”: indicare verso dove si sta andando sarebbe utile, soprattutto per i turisti; da un certo punto in poi, infatti, dopo Cannara, i cartelli sono fatti in quel modo, indicando direzione e punto in cui ci si trova. Anche a Cannara, l’imbocco della ciclabile è praticamente del tutto nascosto, manca un cartello nel lato strada per chi proviene da Assisi: se non lo sai, non lo noti; in treno, al ritorno da Spoleto, ho incontrato infatti una viaggiatrice che non lo sapeva e non aveva trovato il percorso.
Fino a Spoleto si procede bene, per lo meno con le indicazioni, ma il percorso è generalmente poco manotenuto, con vegetazione che invade la carreggiata, e soprattutto non ci sono punti di rifornimento per l’acqua (l’ultimo è a Bevagna). Inoltre, il 16 agosto, i due locali al termine del percorso, tra cui il bicigrill, erano chiusi: che servizio sarebbe per turisti e cicloviaggiatori? Mi sono ritrovato ad arrivare con altre tre o quattro persone, e tutti siamo rimasti di stucco, oltre che affamati e assetati. In Trentino, o in Friuli, strutture di questo tipo chiuse in pieno periodo di ferie, e quindi di grande afflusso di turisti, sarebbero impensabili. Forse anche per questo la ciclabile Assisi-Spoleto, nonostante sia la la più cliccata d’Italia, era pochissimo frequentata, l’altro giorno
E sì che il percorso è davvero bello, tocca borghi come Cannara e Bevagna che sono magnifici, è completamente pianeggiante, quindi fruibile da tutti, e merita la fama che ha. Ma la valorizzazione proprio non si vede, e le conseguenze sulla sua fruizione, nonché sull’esperienza della fruizione stessa, si vedono tutte. Anche perché, in un tratto di arriva addirittura al punto di trovarsi con la strada letteralmente sbarrata, come testimoniato dalla foto che segue.
Per chiudere, sempre per quanto riguarda il capitolo valorizzazione, va detto dei collegamenti con il treno: alla stazione di Spoleto, per citare solo questo aspetto, quando è arrivato il convoglio per il ritorno, non essendo indicato in quale vagone fosse possibile effettuare il carico bici, in diversi siamo stati costretti a salire al volo per non rischiare che il treno ripartisse, e abbiamo così dovuto scalare i tre comodi scalini per un metro e passa di pendenza dovendoci poi sistemare alla meno peggio nel passaggio tra un vagone e l’altro; eppure non ci vorrebbe molto a indicare la posizione della carrozza bici al momento dell’annuncio del treno, se proprio non negli orari esposti. Del tutto assenti, in stazione, anche ascensori o canaline lungo le scale, per poter spingere la bici con più facilità. A cosa serve pagare 3,5 € per il trasporto bici se i servizi offerti sono questi? Il 16 agosto ero con mio figlio, che ha 14 anni e ha già un’autonomia sufficiente, ma ho dovuto comunque aiutarlo per portare la bici sul vagone: una famiglia con più persone e figli più piccoli come avrebbe fatto? Se non si curano questi aspetti, non si riuscirà mai a valorizzare e promuovere davvero e come merita la Assisi-Spoleto come esperienza.
La sensazione, ma potrei spingermi a dire la certezza, è che su questo l’Umbria non investa abbastanza e non faccia sistema, con la conseguenza che il cicloturista, dopo aver cliccato sulla Assisi-Spoleto, sceglie poi altre destinazioni.