Dei nove parlamentari eletti in Umbria, tre andranno a Fratelli d’Italia, due ciascuno alla Lega e al Pd, e uno a testa a Forza Italia e M5S. Questi i nomi: Franco Zaffini (Senato), Antonio Guidi (Senato) ed Emanuele Prisco (Camera) per FdI; Virginio Caparvi (Camera) e Valeria Alessandrini (Camera) per la Lega; Raffaele Nevi (Camera) per Forza Italia; Anna Ascani (Camera) e Walter Verini (Senato) per il Pd; Emma Pavanelli (Camera) per il M5S.
Un po’ di dimestichezza col sistema elettorale, la conoscenza anche solo superficiale dell’andamento dei sondaggi, e i risultati delle ultime tornate elettorali, rendevano prefigurabili già a più di un mese dalle elezioni le composizioni della maggioranza di Camera e Senato. Lo scorso 9 agosto, all’indomani della formazione delle coalizioni, Cronache umbre aveva infatti già pubblicato un articolo di previsioni elettorali in cui veniva prefigurata l’attribuzione dei nove seggi (6 per la Camera e 3 per il Senato) che sarebbe scaturita dal voto in Umbria.
Il sistema delle liste proporzionali bloccate, che assegna i seggi in base al posizionamento in lista dei candidati, rende oggi possibile, dopo l’ufficializzazione delle candidature, prevedere con notevoli margini di successo a quali persone in carne e ossa toccheranno i seggi, visto che l’incertezza dovuta alle preferenze è bandita da questo sistema elettorale, e che sui posti che verranno assegnati col sistema uninominale, a meno di sconquassi, ci sono poche incognite: andranno tutti alla destra. L’incognita più rilevante riguarda il Pd: Anna Ascani verrà eletta anche nel collegio plurinominale della Camera Toscana 1; a quel punto occorrerà vedere quanti voti percentuali prenderà il Pd nei due collegi per sapere se Ascani andrà a occupare il seggio toscano, lasciando eventualmente libero quello umbro per Pierluigi Spinelli.
La decisione di scrivere questo articolo è dovuta alla presa di consapevolezza che molte persone, pure mediamente informate, non sono del tutto a conoscenza della spietata scientificità di questo sistema elettorale, che attribuisce a chi forma le liste, di fatto, un potere di nomina dei parlamentari. Quelle poche decine di persone che in queste settimane, nel Pd, in Fratelli d’Italia, nella Lega, in Forza Italia e nel M5S – cioè nei partiti che eleggeranno parlamentari in Umbria – hanno contribuito a formare le liste, sanno perfettamente chi saranno i loro eletti e le loro elette. E quella scarsa percentuale di seggi che rimane incerta a livello nazionale è legata ai resti con cui verrà attribuita una quota residua della parte proporzionale.
Per questi motivi l’articolo che state leggendo non è affatto lo sfoggio della capacità di previsione alla portata di chiunque, bensì una denuncia di quanto la democrazia, pur rispettata formalmente, subisca una pesante diminutio con questo sistema elettorale, che trasferisce una quota notevole del potere di nomina dell’elettorato in capo ai maggiorenti dei partiti. Si tratta peraltro di una democrazia che già di suo non gode di ottima salute, ma questo è un discorso troppo lungo da fare in questa sede.
C’è un ultimo aspetto, non secondario: da qui a un mese, ufficialmente, mass media e partiti agiranno come se queste cose non le sapessero. Ciò darà vita alla messa in scena di una rappresentazione da teatro dell’assurdo in cui verrà concessa formale par condicio. Formale perché la sostanza è che la composizione del Parlamento è già nota, ma nessuno – chi per evitare di prendersi la responsabilità di rompere l’incantesimo della rappresentazione, chi per scaramanzia – lo dirà. Questo è il motivo per cui ci spingiamo a scrivere nomi e cognomi, e vi invitiamo a confrontarli con quelli che scaturiranno dal voto del 25 settembre. E poi, magari, nel caso dovessero coincidere, a farci sopra una riflessione. Si tratta di un invito a non votare perché tutto è già scritto? No. Le cose possono sempre cambiare. Ma a queste latitudini invocare il cambiamento pare diventato esercizio di blasfemia, e anche quest’ultimo aspetto non è possibile svilupparlo in questa sede.
Che novita’!
Ma se gli Umbri, votassero candidati di altre forze presenti si potrebbe fare un capolavoro !
Perfetto e preciso.
Oltre all’incognita Ascani (a occhio dovrebbe essere eletta in Umbria), c’è anche una minima possibilità che per il cosiddetto flipper ci possa essere una sostituzione col seggio della Alessandrini che va a Leonelli (Azione), ma i nomi sono quelli
Mi rifiuto di pensare che ho il diritto di andare a votare quando tutto è già stato deciso. Sicuramente questa prassi è stata la stessa per anni e noi siamo stati raggirati senza la possibilità di eleggere qualcuno fuori dalle liste già belle e pronte, che da decenni hanno riempito le nostre strade e i nostri cervelli.
Se per assurdo nessuno, dico nessuno, andasse a votare vorrei vedere cosa si studierebbero…il fatto è che il popolo si accontenta delle briciole e non si rende conto che si potrebbe, con diritto, eleggere qualcuno al di fuori delle liste già scodellate e togliere di mezzo chi da anni resta in panciolle a guadagnare abusivamente degli stipendi eccessivi.
Chi si avvia a intraprendere la carriera politica, spesso viene da altre occupazioni tipo impiego, avvocatura, etc. e si portano dietro i loro stipendi. Bene, visto che nessuno è obbligato ad intraprendere tale carriera, se lo fa volontariamente e viene accolto in politica, già è retribuito per la sua precedente attività lavorativa e di quella dovrebbe vivere e null’altro chiedere. In questo modo si vedrebbe chi è dotato di tale senso civico e di preparazione adeguata a candidarsi e sicuramente farà del proprio meglio per migliorare le cose. Se invece si mandano avanti gli iscritti ai partiti che spesso non hanno alcuna preparazione, nessun lavoro, ma forse un’abile parlantina e guarda caso un atteggiamento attento a ingraziarsi qualche individuo facoltoso che lo supporti, ecco che abbiamo pronto l’individuo che si insinua nel sistema e spesso con successo e per denaro, accontenta tutti meno che il popolo italiano. Naturalmente tali individui possono essere sia uomini che donne.