Le “Lettere per Barbara Corvi” scaturiscono dal lavoro dell’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni e l’illegalità della regione Umbria. L’idea, che ha radici nella storia del movimento anti-’ndrangheta, si inquadra nel più ampio lavoro di accompagnamento, supporto e proposta a partire dalla storia della sua scomparsa, avvenuta il 27 ottobre del 2009. Il progetto diffonde – ogni 27 del mese in Umbria e in Calabria – una lettera scritta da persone attive nell’animazione sociale, impegnate nella ricerca della verità sulla scomparsa di Barbara, nella coltivazione della memoria come prassi condivisa da persone e associazioni. La storia di Barbara (e della famiglia Corvi) può diventare una vicenda esemplare per il ruolo delle associazioni nel far emergere la verità sulla sua scomparsa, con la reiterazione costante della domanda: «Dov’è barbara?». Questa terza lettera è firmata da a Aps Forum Donne Amelia. La seconda è stata di Irene Corvi, sorella di Barbara. La prima “lettera” da parte dell’Osservatorio.
Cara Barbara, tra un mese saranno passati ben 13 anni dal quel pomeriggio in cui sei scomparsa, da quel giorno in cui la tua famiglia e noi tutte ci siamo ritrovate dolorosamente sospese in una dimensione a noi prima sconosciuta, quella dell’attesa. All’inizio era attesa che tu potessi tornare da un momento all’altro, poi è diventata attesa di una verità, verità che stiamo ancora aspettando, ora si è trasformata in attesa di giustizia. Non sai quante volte, organizzando eventi per vivere e conservare memoria di te, della tua vita e della tua scomparsa, abbiamo dovuto rispondere a persone che ci chiedevano se avesse senso continuare a parlare di te, risvegliando quel profondo senso di dolore nella tua famiglia e in tutti quelli che continuano ad amarti. Qualcuno ci ha anche accusate di fare della tua storia una battaglia ideologica e politica. E noi, più passa il tempo, più rafforziamo la convinzione che la ricerca di verità sulla tua scomparsa è impegno e responsabilità politica di ogni persona che crede e agisce per la libertà, la giustizia e il diritto di scegliere di una madre, di una figlia, di una moglie, di una sorella…di una qualsiasi donna della nostra città, e non solo.
La tua lunga assenza è sì dolorosa, ma è lì, si può toccare con mano, non si può né evitare, né cancellare. Esiste, e per tutte noi continuare come se niente fosse accaduto non è stato mai più possibile. Quel grido «Dov’è Barbara?» in Piazza XXI settembre ad Amelia, dopo la fiaccolata in cui, insieme al sindaco, aveva partecipato tanta gente della nostra città, ci ricorda ancora con forza che voltare pagina non si può e che è necessario continuare ad essere accanto alle tue sorelle e a tutti i tuoi familiari, amici e amiche, ricordando a chi ha voluto impedirti di vivere la tua vita di donna, che noi non ci fermeremo fino al giorno della verità e della giustizia.
Dobbiamo ringraziarti Barbara per averci insegnato il valore della costanza nel portare avanti con forza i nostri progetti. Se oggi siamo riuscite ad avere nel nostro territorio un Centro anti-violenza e una Casa di emergenza, che portano il tuo stesso nome, lo dobbiamo in parte a te e a tutti gli anni in cui abbiamo combattuto perché non venisse dimenticata la violenza che hai subito. Oggi abbiamo un servizio che permette di dare una risposta immediata ed efficace a donne che come te, subiscono violenza, nell’attesa di trovare una soluzione o una sistemazione più stabile, in accordo con i servizi della rete anti-violenza che in questi anni, si è andata strutturando. Grazie dunque di averci dato modo di dare un senso alla tua assenza. Nel tuo nome lavoriamo ogni giorno per contrastare la violenza di genere, cambiare la cultura e il linguaggio che la legittimano e essere al fianco delle donne che con coraggio decidono di uscire dalla violenza. Tu sei memoria viva per noi e per tutte le donne che arrivano a noi. Noi ci siamo e ci saremo fino al giorno in cui potrai avere finalmente giustizia.
Con affetto
Le tue amiche del Forum Donne Amelia