Maria Anna Stella in scena
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Teatro e antropologia si incontrano all’Università grazie al Cut

 

Ancora una volta l’Università di Perugia, e in particolare il Dipartimento di filosofia, scienze sociali, umane e della formazione (FISSUF), ha ospitato un monologo teatrale tra le mura etrusche di palazzo Florenzi, nell’aula magna dall’eccellente acustica, che nella sua nuova veste moderna e antica al contempo, ben si è prestata a ospitare lo spettacolo.

Dinanzi a una platea di circa trenta spettatori Maria Anna Stella ha interpretato il suo monologo dal titolo “Vecchi si nasce e io modestamente…”, per la sapiente e consolidata regia di Roberto Ruggieri del Centro universitario teatrale di Perugia (Cut).

In più di un’ora di spettacolo, Stella ha saputo dimostrare una notevole tenuta scenica. Certo, quando ci furono Dario Fo o Gigi Proietti gli studenti affollavano sala e scale e oggi non è più così, nondimeno lo spettacolo è stato molto bello. D’altronde, quando si sa fondere, come in questo caso, intensità e leggerezza, nel senso delle Lezioni americane di Italo Calvino, si fa decisamente bellezza.

Stella è bravissima in scena: è allegra, piena di energia, sa cantare bene un repertorio di cui alla fine non si è mai sazi, anzi, quasi si vorrebbe continuare a gustare quelle prelibatezze donate con gioia. Pronunciando talora un dialetto elegante, scongiurando e tenendo ben lontana ogni grossolanità, Stella ha saputo coniugare armonie intime e intense, tra canzone e poesia (A mano a mano, L’immensità, Signorinella pallida, Solo me ne vò per la città e tanti altri motivi italiani molto belli). Il monologo è una riflessione sull’essere vecchi, ma non necessariamente anziani, come vorrebbe la nostra società gerontologica. Si può quindi nascere vecchi, basta condividere valori antichi. Infine, nel monologo si è parlato più ampiamente della vita, sostenendo che essa è ciò che siamo in grado di ricordare: i vecchi hanno memoria del passato o chi ha memoria del passato perciò stesso è considerato vecchio?

Ruggieri è il direttore artistico del Cut di Perugia. I Cut sono una realtà importante, essi portano il teatro nell’Università compiendo un’azione fondamentale. In particolare, il laboratorio teatrale ha costituito per decenni, tra novecento e terzo millennio, uno degli esperimenti collettivi – e Ruggieri lo sa – più fecondi anche ai fini di un orientamento educativo alla cittadinanza. Riferendosi ai valori condivisi della scelta sociale e democratica, esso assume, infatti, la funzione di un dispositivo atto a motivare non solo la dimensione intellettuale/mentale della persona, ma anche quella dell’esperienza corporea, non sempre valorizzata sul piano educativo e sociale.

Sono un antropologo. Rispondendo alla domanda che cos’è l’antropologia si potrebbe dire che essa è lo studio dell’esperienza concreta di persone carne e ossa. La presenza dell’attore è uno degli oggetti di tali studi antropologici. D’altronde presenza significa stare al mondo con il corpo proprio trascendendone gli eventi negativi e mettendo in opera la capacità di agire politica dell’essere umano. Lungi da impostazioni e presupposti a carattere psicologistico, proprio la condivisione di questo elemento più che vivo, la persona in carne e ossa, avvicina il teatro e l’antropologia: nella presenza umana, antropologia e teatro individuano la sorgente da cui promana una fondamentale potenza politica non sempre riconosciuta come tale.

La consolidata esperienza del laboratorio teatrale nel Cut di Perugia può consentire oggi di rivisitarne l’applicazione nell’ottica delle più recenti scoperte che le scienze antropologiche hanno elaborato sulla produzione della presenza umana e sui meccanismi e gli effetti della convivenza e dei rapporti sociali. Il teatro costituisce una molecola centrale nello sviluppo della società e della cultura, rivelandosi in grado di orientare i suoi partecipanti, inclusi gli spettatori, in una precisa direzione politica: garantire la permanenza dei valori democratici nei processi di mutamento socioculturale. Unendosi al teatro nell’Università, l’esperienza della ricerca antropologica si mostra come una scienza sociale tra le più creative sul piano socioculturale e può disvelare la sua vocazione politica, quella che la connette inestricabilmente alla capacità di agire e all’impegno civile.

L’incontro fra teatro e antropologia sul tema della vecchiaia intorno al monologo di Stella diventa quindi un metodo strategico ai fini della produzione di consapevolezza, emancipazione e liberazione della persona umana, perseguendo obiettivi di costruzione della presenza responsabile del cittadino in una visione partecipativa e armonizzante dello spazio sociale. Occorre raffinare la cassetta degli attrezzi comuni fra teatro e antropologia sul piano pratico-teorico, sia con una riflessione aggiornata di una tra le più concrete scienze sociali, l’antropologia, sia con esercizi di “presenza” teatrale, come accade nel monologo di Stella.

Con Ruggieri non dimentichiamo che il fondatore della scuola italiana di antropologia, Ernesto de Martino (1908-1965) maestro del nostro comune maestro Tullio Seppilli (1928-2017 fondatore dell’antropologia medica nell’università perugina), ha impostato la sua proposta pratico-teorica di ricerca e impegno politico sul tema della presenza. Al tempo stesso interpretiamo con libertà di ricerca questo duplice lascito. Antropologi e antropologhe, operatori e operatrici teatrali, attori e attrici da tempo cercano di dare risposte concrete, e questo monologo ne è una prova.

Con il monologo di Stella, l’avvio di una collaborazione antropologica e teatrale nell’Università si propone come una nuova forma di alleanza che può andare oltre lo scambio interdisciplinare, ponendosi come obiettivo l’elaborazione sperimentale di nuove, concrete, vitali, forme e pratiche conoscitive: teatro, e università, età e corporeità, processi educativi, forme di visione e di rappresentazione, teoria e pratica della visualità, figure dell’azione sociale, percezione e ricostruzione sociale del paesaggio, trasformazioni della persona e poetiche dello spazio-tempo, buone pratiche della salute, produzione della presenza responsabile e agentività politica.

Grazie a Maria Anna Stella e a Roberto Ruggieri, per questa primavera perugina. Grazie all’Ateneo di Perugia e alla Regione Umbria, per questa splendida iniziativa che tiene insieme, ancora, teatro e università.

Nella foto, Maria Anna Stella in scena

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