Un elettore inserisce la scheda nell'urna
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Il voto liquido e le responsabilità della sinistra

 

C’è un libro di Marco Revelli, scritto dieci anni fa, “Finale di partito”, che è profetico per capire cosa è accaduto in questi ultimi decenni. Scrive Revelli: «E ovunque cresce un senso di fastidio verso quella che viene considerata una “oligarchia”, separata dal proprio popolo e portatrice di privilegi ingiustificati». Su questa separazione il Partito democratico dovrebbe fare un serio e vero esame di coscienza. Basti vedere nel proprio ambito. Dove io vivo, per esempio (faccio parte del circolo di Arrone) abbiamo votato per le primarie dopo mesi che non ci si era più riuniti, poi sono passati altri mesi e il circolo è rimasto chiuso, neppure una discussione sull’esito del voto. Negli anni in cui ad Arrone il Partito comunista aveva percentuali intorno al 50 per cento – e non era un secolo fa, ma erano gli anni 80 e 90 – si andava casa per casa a parlare con le persone per chiedere il consenso e per conoscere i loro bisogni. Tutto questo è amaramente e tristemente finito, anche perché non ci sono più persone disponibili a fare questo tipo di campagna elettorale. Quando sono entrato per le prime volte nel modo della sinistra – erano gli anni Settanta, e cominciai con la militanza nei Cristiani per il socialismo – il responsabile era Luigi Cambioli, che ci ha lasciato ancora giovane, un maestro per molti giovani di quell’epoca. Eravamo pieni di ideali, volevamo cambiare il mondo e la sinistra si faceva portatrice di questa speranza. Oggi perché un giovane dovrebbe avvicinarsi al Partito democratico? Quali sono gli ideali che quel partito trasmette?

Elly Schlein forse ce la sta mettendo tutta per cambiare un po’ le cose ma ancora troppe sono le contraddizioni nel suo operato, prima fra tutte la posizione sulla guerra in Ucraina: schierarsi apertamente, senza se e senza ma, con il Movimento pacifista che ha marciato domenica 21 maggio da Perugia ad Assisi sarebbe un primo passo. La lotta per l’ambiente, per i diritti civili, contro le disuguaglianze sempre crescenti nel nostro Paese, per un fisco giusto e progressivo, per evitare l’occupazione illecita dei servizi pubblici, come la Rai o degli organi di garanzia, quale Inps o Guardia di Finanza o Commissione parlamentare antimafia, sono titoli, se non si tradurranno in iniziative parlamentari e mobilitazioni dei cittadini anche attraverso referendum popolari, come quello, per esempio, per chiedere l’abolizione della legge voluta da Renzi che affida al Governo tutti i poteri di nomina sulla Rai.

Foto da wikimedia commons

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