Credo che questi siano stati giorni di grande dolore per gli italiani che credono nei valori della nostra Costituzione e soprattutto per tutti quelli che credono nei valori fondamentali degli ideali cristiani. Un dolore profondo e muto che scuote le fibre dell’animo. Una ferita dopo l’altra, troppe ahimé, che non troveranno balsamo risanatore.
Prima lo Stato che idolatra gli evasori seriali, tradisce i propri cittadini onesti e operosi, e trascina nello scherno coloro che pagano le tasse. Poi il lutto nazionale che ha aperto un’altra ferita nella maggioranza dell’opinione pubblica. Le petizioni aperte in rete da quando si è saputa la notizia in poche ore hanno raccolto più di diecimila firme, Padre Alex Zanotelli ha detto: «Assurda l’ipotesi in Duomo per Berlusconi, lui era un uomo amorale». Poi fortunatamente il cardinale Mario Delpini ha ristabilito il giusto peso alle cose, con la sua omelia, un pezzo poetico di grande valore. Ho ascoltato commenti in televisione e di alcuni opinionisti che hanno visto un’esaltazione della vitalità e libertà e ricerca della felicità di Berlusconi, un oltraggio al pudore di un popolo. L’omelia del cardinale Mario Delpini è stata molto forte, e in questa descrizione di Berlusconi, molto sincera, senza ipocrisie, lui non ha espresso giudizi, (da raffinatissimo teologo quale è, chi siamo noi per giudicare?) ma ha fotografato un uomo con grandi contraddizioni, caratterizzato semmai forse da un eccesso di gioia di vivere, ha alluso alle feste. Si è trattato di un’omelia che ha costituito un segnale importante dal punto di vista del ristabilimento di una verità, e che si è conclusa ribadendo più volte che Berlusconi è un uomo che alla fine si è dovuto trovare al cospetto di Dio. Cosa si deve dire di più? Non a caso si è trattato di un’omelia che non è stata molto apprezzata dai politici presenti.
Alla fine di tutto è stato lutto nazionale. Lutto per la morte della dignità umana. Ma soprattutto si è celebrato il Requiem dei valori fondanti della nazione italiana. La vittoria finale del programma in 53 punti di Licio Gelli, nella sua “Rinascita democratica”. Programma eversivo della Loggia P2 di cui Berlusconi è stato parte importante. La riforma della Giustizia dedicata proprio a Berlusconi è certamente un passo verso l’attuazione del programma Gelli. In quegli anni c’era un connubio mafia-Stato che mediante Marcinkus coinvolgeva anche parte della Chiesa, un connubio che forse non si è mai interrotto.
Un “grazie!” sentito al nostro Pierpaolo Marconi per questa messa a punto: appropriata, tempestiva, schietta, portatrice di spirito resistente, ovvero ispirato alla Resistenza.
Esattamento ciò di cui abbiamo bisogno visto che “mala tempora currunt”!
Il garbo nel sottolineare ciò che a tutti non è chiarissimo è la solita nota che contraddistingue Pierpaolo