Walter Cremonte ogni tanto pubblica piccole raccolte di poesie. Libretti non chiassosi fin dalla grafica mostrano l’intento di non voler disturbare imponendo una presenza, una scelta che però non ha impedito alle sue poesie di fare di Walter una riconosciuta e importante voce della poesia italiana. Sebbene pubblicata da marcos y marcos – editore di livello nazionale con una significativa collana di poesia – non fa eccezione a questo percorso “Diversamente” l’ultima antologia curata con attenta sobrietà da Walter stesso di cui Fabio Pusterla (imperdibile la sua prefazione) ricorda la «parca manifestazione di sé». Ed è forse per questa perseguita volontà che tra le poesie scelte c’è anche “Vorrei tanto essere un poeta minore”, una specie di dichiarazione di poetica nella quale esplicita ciò che vorrebbe essere: un poeta minore che liberamente, «come viene», dice:
Vorrei tanto essere un poeta minore
anche il più piccolo dei poeti minori
andrebbe bene, purché si possa dire:
quello lì è un poeta minore.
Così liberamente andarsene per strada
poter dire le pene e le noie
e indifferentemente, come viene, le gioie
così come uno s’aspetta che le dica.
Senza fatica potresti accettarmi
mentre guardiamo la tv
e io ti dico: ci sei soltanto tu.
Walter Cremonte è tutt’altro che un poeta minore. La sua è una poesia contraddistinta da un linguaggio colloquiale e trasparente eppure mai banale, grazie al quale s’intravvede la sua mai sbandierata cultura e un accurato lavoro sulle parole che vanno dritte a un contenuto essenziale e profondo. Tutto questo grazie a una sensibilità che gli fa sentire vicine persone, altri esseri viventi, cose e “Vicini” è il titolo di una delle sue raccolte più belle (la più bella?) che in questo volume togliendo alcune poesie e aggiungendone altre ha reso più pregnante e con le struggenti ultime due più dolorosa.
Walter osserva, ascolta, racconta diversamente da come di solito si fa sé stesso e i suoi familiari, fatti epocali, aspetti semplici e a prima vista insignificanti cercando la semplificazione del verso attraverso sentimenti non urlati sia che scriva di dolori incancellabili sia di cose considerate minori come una stella senza nome sbirciata prima di chiudere «quell’ultima finestra», gli uccellini in gabbia, l’orto del vicino, un papavero, una fogliolina, una piantina nel muro:
Per un istante mi sono girato
di lato e ho visto la piantina
nel muro – ho pensato
a te che l’avresti guardata
un po’ innamorata
con quell’amore strano che hai
per le cose che non la spuntano mai
(qui tu sei proprio tu, ti riconosci,
tu e nessun altro poetico tu).
“Diversamente” è la conferma che Walter Cremonte è da sempre e irrevocabilmente schierato dalla parte dei più deboli e delle vittime, non tanto per una sorta di coerente disillusione ma perché dov’è che si può trovare resistenza e speranza se non in essi? Se non stando dalla parte dei fragili qualunque cosa essi siano: esseri umani, un papavero che non durerà o “un suono lontano di campane che muore a poco a poco”. Se non scrivendo del proprio dolore.
È per questo che “Respingimenti”, la sua raccolta più nota da anni introvabile non poteva mancare in questa antologia. Uscita nel 2011 – quando ancora, fa notare Pusterla nella prefazione, «il tema dei migranti non era diventato quasi di moda in poesia» – è un capolavoro che nasce dall’atroce epocale tragedia delle migrazioni nel quale Walter sempre attento a dar voce all’altro che non può parlare si preoccupa pure se prenderanno le impronte ai bambini che «quei ditini / poi magari li mettono in bocca» o di «come fanno le ragazze a lavarsi / del loro sangue e non vergognarsi».
“Respingimenti”, “Vicini”, le traduzioni di “Autori”, le altre poesie fanno di “Diversamente” una raccolta per niente consolatoria di alto valore morale e civile che senza strepiti arriva a fondo nelle coscienze. È un bene che possa essere letta perché è una boccata di civiltà e umanità, in questi tempi incivili e disumani aiuta a mantenere nel cuore un po’ di passione civile e a recuperare il significato di una parola dimenticata: Pietà.
Poesia lieve e tenera, che arriva subito come un respiro da condividere.
Non lo conoscevo, oggi l’ho ascoltato attraverso l’intervista di Loredana Lipperini.