Mare orizzonte
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Occorre andare oltre

 

La vittoria della sinistra a Perugia ha creato aspettative, curiosità, e fermento intorno alla nuova sindaca, e di conseguenza ha generato attenzione per il primo passaggio che la stessa è chiamata a fare: la costituzione della giunta comunale. Archiviati i festeggiamenti ora si deve pensare a quella giunta dalla cui composizione i cittadini potranno fare le prime valutazioni e capire se la squadra corrisponde al programma innovativo, oppure si tornerà ai vecchi metodi di governo. Perché un punto saliente è proprio quello dell’innovazione, in quanto la sinistra è stata premiata dall’elettorato, ma non di certo per tornare a fare ciò che faceva prima che lo stesso elettorato la disconoscesse.

Il rinnovamento che contraddistingue il programma coincide con le aspettative della maggioranza dei perugini e con quelle del popolo di sinistra che è tornato a votare anche per questo motivo. La formazione della giunta diventa un momento di verità e di speranza, e passa per le persone che saranno chiamate a farne parte. Due sono le possibilità: una che vi siano presenti alcuni tecnici e figure competenti, e l’altra che invece si cercherà di tenere conto della coalizione e delle indicazioni venute dal voto, con la possibilità che alla fine si converga, per uno o due tecnici, con la conseguenza che la struttura portante sarà costituita dalla coalizione, e su questo verranno in aiuto anche lo spoil system e le nomine in enti e partecipate.

Il passaggio come si può immaginare non sarà semplice, perché finita la fase elettorale e raggiunta la vittoria, l’entusiasmo cala per lasciare il posto ad appetiti le rivendicazioni. Sarà proprio il tavolo della coalizione il luogo in cui prenderanno forma le frustrazioni e le aspettative, le rivendicazioni, la voglia di riscatto, su questo non si devono avere dubbi, perché tutti nel rivendicare il proprio prezioso contributo alla vittoria, pretenderanno quella che a loro avviso è la giusta ricompensa. Il rischio che gli appetiti superino gli obiettivi del programma e compromettano le attese dei cittadini è molto alto. Non ci si deve meravigliare di ciò, e nemmeno del fatto che la giunta non sarà perfetta, e che calcolo e opportunismo, ne condizioneranno la composizione, nessuno resti sorpreso: è la politica, bellezza.

La politica, secondo il vecchio adagio di Rino Formica, rimane sangue e merda (anche se con il secondo ingrediente si è esagerato), e di tutto questo fanno parte le mediazioni politiche, che non sempre sono nobili. Ma non bisogna dimenticare che sono i cittadini che hanno permesso di conseguire la vittoria, e quelli ritornati al voto sono tornati perché vogliono un cambiamento vero, anche nelle pratiche dell’amministrazione e della politica, credono nel rinnovamento in qualche modo rappresentato anche da Elly Schlein e da Vittoria Ferdinandi a livello locale.

Non ci si deve dimenticare neanche che il ritorno alle urne, e al voto a sinistra, è dovuto in maniera significativa anche alle vicende nazionali ai miasmi di fascismo e agli attacchi alla Costituzione, temi che non possono più essere considerati soltantio nazionali ma che assumono anche un valore locale, come nel caso delle elezioni regionali o di città capoluogo. Bari, Firenze e la riconquista di Perugia rappresentano una sorta di risveglio civile e la possibilità concreta che si possa costruire un argine all’onda nera, che non è dilagante e rimane nei numeri una minoranza nel paese.

La difesa della Costituzione, il pericolo sovranista, come il rinnovamento della politica cittadina sono gli aspetti più importanti, perché sono quelli attesi dal popolo tornato protagonista, e che non dovrebbero essere troppo delusi dalla composizione della giunta municipale. Anche se la composizione non è la madre di tutte le battaglie. Lo è piuttosto la capacità di innovare e restituire protagonismo alla città e credibilità alla politica attraverso la partecipazione dei cittadini. Perugia deve uscire dalla chiusura e dal provincialismo di una città che fino a non molti anni fa puntava sull’apertura, sulla cultura e sulla contaminazione inseguendo il progetto di Perugia capitale della cultura europea. Un progetto ambizioso pieno di spunti e idee, che vedevano Perugia, capofila di una rinascita regionale, che faceva proprie le importanti indicazioni dell’Unione europea, ed in particolare l’indirizzo e l’utilizzo dei fondi strutturali.

Oggi il cambio di governo riapre quella strada e c’è da sperare che la giunta sia all’altezza e capace di perseguirla, ma siccome la sindaca, dovrà tenere conto delle alleanze e delle storie che vi sono dietro, dovremo aspettarci qualche delusione. Le storie di molti, le ambizioni di altri, e persino l’idea di sistemarsi con la politica di alcuni, saranno temi che ritroveremo anche nella composizione della nuova giunta, transfughi, opportunisti, furbastri, si mischieranno a persone capaci e competenti, questo sarà inevitabile.

A sinistra però c’è bisogno di fare chiarezza ed essere generosi e capaci, anche di fare un passo indietro per poterne fare molti in avanti, soprattutto perché partire bene a Perugia anche evitando polemiche e tenendo a freno gli appetiti, sarebbe di buon auspicio per le prossime elezioni regionali ed il futuro in generale. Popolo ed entusiasmo, dunque non si devono disperdere, perché di tutta questa storia sono la novità e la parte più importante, quella che può sostenere ma anche vigilare sull’operato della politica, e dell’amministrazione.

Bisogna ricostruire la partecipazione popolare dal basso, far vivere e alimentare i focolai di entusiasmo rinati nei quartieri, costruire una rete di partecipazione popolare dinamica, capace di sostenere il progetto innovativo, di dare forza e sostegno alla sindaca, di correggere errori, e qualora fosse necessario criticare e sostituire gli amministratori. La sinistra a Perugia e in Umbria non può accontentarsi della vittoria, ma deve dimostrare di essere cambiata e non ripetere gli errori clamorosi che ne hanno segnato la sonora sconfitta fino alla perdita della Regione nel 2019.

Oggi soprattutto c’è la possibilità di un riscatto, di dimostrare che esiste una nuova classe dirigente e soprattutto un popolo attivo che è disposto a cambiare ma rimane diffidente nei confronti dei partiti e in particolare di quelli che sono stati i principali responsabili delle sconfitte umbre. Perugia deve guardare all’Europa e al futuro, non può permettersi di ritornare ai vecchi riti, alle vecchie liturgie, a quell’arroganza dei “rossi per sempre” che ha determinato l’inconsistenza della vecchia sinistra di governo locale, quella incapace di autocritica e vittima della deriva liberista, della mutazione individualista, dei diritti civili, circoscritta alla ztl.

Il popolo di sinistra è molto diverso da quello di destra, ed è più sensibile e reattivo alle delusioni, ma soprattutto ha migliore memoria, e non manderà mai la testa all’ammasso, né rinuncerà alla critica o all’autonomia, e anche se perdona alcuni errori, lo fa con fatica e sofferenza. Non deludere il popolo che si è rianimato sarà la garanzia più grande per il successo della sindaca e la stessa sopravvivenza della sinistra.

La foto è tratta dal profilo Flickr di Fabiana

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