Prima di diventare uomo delle istituzioni – negli anni Cinquanta fu consigliere e presidente della Provincia di Perugia – Gino Scaramucci fu un emigrante che da Gualdo Tadino finì a fare il minatore in Lussemburgo prima di essere espulso per avere aderito al movimento comunista. Si trasferì poi in Belgio e Francia dove, da membro del Pci, contribuì a tenere le fila del partito in clandestinità. Pagò la sua opposizione al fascismo con il confino a Ponza e Ventotene e successivamente fu protagonista della Resistenza.
A questa importante figura della sinistra la Fondazione Pietro Conti, d’intesa con la famiglia di Scaramucci, dedica un bando di concorso per l’assegnazione di un premio a contributi scientifici pubblicati tra il 2019 e il 2024 da laureati e dottorati che abbiano già conseguito il titolo o siano ancora iscritti nell’Università degli studi o nell’Università per stranieri di Perugia.
«Saranno presi in considerazione – si legge nel bando – contributi che affrontino tematiche relative alla storia politica e sociale dell’Umbria dal XIX secolo ad oggi, alla storia della sinistra, all’opposizione al fascismo e ad ogni forma di autoritarismo, all’emigrazione e all’integrazione in una società aperta e multietnica, alla lotta alle diseguaglianze e alle discriminazioni, alla sicurezza sociale, alla psichiatria democratica e al diritto alla salute». Si tratta delle questioni che hanno contrassegnato l’esperienza politica e amministrativa di Gino Scaramucci.
Il comitato scientifico che assegnerà il premio è composto da docenti dei due atenei perugini. Il premio, che ha frequenza biennale, prevede un importo di 3.500 euro per il lavoro primo classificato e di 1.500 per il secondo. Il termine per la domanda di partecipazione alla prima edizione del premio, che dovrà essere inviata alla Fondazione “Pietro Conti”, è fissato per il 30 ottobre. Il bando completo è visionabile a questo link.