Nel film “Chiara e Francesco” con Ettore Bassi e Mary Petruolo, c’è una scena nel finale, quando Francesco tornado dalla Terra Santa, insieme a Gabriele Cirilli, nella parte di Illuminato, passa per Greccio e inventa il primo presepe. È l’inizio della storia che da 800 anni si è tramandata nella nostra tradizione. Gli artisti di tutto il mondo cattolico si sono sbizzarriti per creare un presepe sempre più affascinante, e in Umbria, a Ferentillo, ce n’è uno particolarmente interessante visibile tutto l’anno ,basta chiedere a Rino Alessi o a suo figlio Leonardo ideatori del presepe.
Tornando al film “Chiara e Francesco” mi vorrei soffermare su una delle scene finali, quando a Greccio Francesco incontra Giovanni, un contadino del luogo, e si fa prestare un bue e un asinello per realizzare la capanna di Betlemme; un paesano si avvicina a Giovanni e chiede: «Che fanno questi frati nella tua stalla?». Giovanni risponde: «Dicono che devono farci la grotta di Betlemme». E l’amico di Giovanni replica: «La grotta di Betlemme?!! Ma sono pazzi». Giovanni a sua volta risponde: «Può darsi….», sotto intendendo che era una pazzia soprannaturale. Nasce il presepe nella tradizione cristiana ed è un fatto con il quale siamo cresciuti, io da piccolo mi impegnavo molto per farlo più bello possibile; perché la nostra parrocchia aveva istituito un premio per i migliori. Da alcuni anni si aperta una polemica nelle scuole, perché alcuni presidi vietano la possibilità di fare il presepe a scuola, dalla parte opposta Fratelli d’Italia nel 2023 ha presentato un disegno di legge al Senato affinché il presepe diventi obbligatorio nelle scuole. Una bandierina che lascia il tempo che trova.
Ora è ovvio che non si può essere d’accordo con Fratelli d’Italia. Invece si deve molto riflettere sulla libertà nella scuola di poter fare il presepe. Infatti dovrebbero essere i consigli d’Istituto con insegnanti e genitori a decidere e non i presidi. Il presepe fa parte della nostre più antiche ed autentiche tradizioni cristiane, poi ci saranno tradizioni di altre religioni le cui rappresentazioni non possono essere a loro volta negate. La laicità della scuola non si assicura negando, ma semmai ampliando la possibilità di espressione.