Potrebbe suonare poco elegante un’autocitazione di un articolo che Cronache Umbre ha pubblicato nel febbraio di quest’anno: il titolo era «Una candidata da proteggere». Si trattava di una “messa in guardia” sugli ostacoli che si sarebbero potuti frapporre ai tentativi di arginare lo strapotere dell’auto privata nel caso fosse stata eletta Vittoria Ferdinandi nella carica di sindaca a Perugia. Quella messa in guardia, in un passaggio, suonava così: «Ma i problemi veri, per un sindaco o una sindaca alla prima esperienza, derivano soprattutto dal conto che, già alla costituzione della giunta, viene presentato dalle forze politiche della coalizione: non sarà soltanto una questione di assessorati ma, soprattutto, di quello che le rappresentanze pensano di poter fare in una città la cui organizzazione è ferma a 30 anni fa, con i servizi pubblici che non conoscono la parola innovazione». Esattamente quello che potrebbe accadere se passasse l’ipotesi di uno stravolgimento del progetto di riqualificazione urbana che, a Ponte San Giovanni, creerebbe uno spazio a misura di persona in luogo del del parcheggio selvaggio sul lato est di via Cestellini, tra la biblioteca comunale e la chiesa parrocchiale. Questa possibilità viene delineata da un appello all’Amministrazione e al Consiglio comunale perché venga rispettato un progetto che, tra l’altro, è frutto di un percorso partecipativo protrattosi per alcuni mesi tra il 2022 e il 2023 con il coinvolgimento (vero e documentato) di decine di persone. Di seguito il testo della lettera-appello già firmata da decine di persone. (Qui il form da compilare e inviare per sottoscriverla).
Andrea Chioini
Egregia Sindaca,
Egregi/e assessori/e e consiglieri/e,
vi scriviamo a proposito della revisione del progetto di trasformazione di piazza Chiabolotti a Ponte San Giovanni, uno spazio centrale del quartiere e strategico rispetto alla dislocazione di spazi e servizi pubblici, attualmente asfaltato e normalmente utilizzato a parcheggio informale e soprattutto per il mercato settimanale del giovedì.
Attraverso i fondi straordinari del bando per Progetti innovativi per la qualità dell’abitare (Pinqua) si è voluto superare questo stato di cose attraverso un progetto per una nuova piazza, scaturito dal mandato della precedente giunta al team del master di I livello in Progettazione e gestione di politiche e processi partecipativi dell’Università di Perugia guidato dal compianto professor Mariano Sartore, un articolato processo in cui giovani professionisti si sono spesi per mesi e con dieci incontri partecipativi con la cittadinanza. A nostro modo di vedere, il progetto scaturito da questo percorso, per quanto migliorabile sotto vari aspetti, rappresenta una grande opportunità per rendere Ponte San Giovanni un quartiere più bello e vivibile, attrezzando una nuova piazza centrale e ben connessa ai poli attrattivi e agli spazi pubblici esistenti (al posto di un piazzale asfaltato male usato a parcheggio).
Come sappiamo dalle evidenze internazionali, ampi spazi pubblici per le persone e connessioni pedonali di qualità non solo migliorano la vivibilità e la percezione di un quartiere, ma incentivano a lasciare a casa l’auto e muoversi diversamente, favoriscono la socialità e le attività commerciali di prossimità e portano a una vita attiva e sicura per tutti, ma soprattutto per categorie fragili come anziani e bambini.
Il progetto si inserisce in un piano più ampio di riqualificazione del quartiere di Ponte San Giovanni che prevede, tra i vari interventi, il miglioramento della rete pedonale e la realizzazione di una nuova rete ciclabile così da creare le condizioni per muoversi in maniera sostenibile e sicura. Ricordiamo che da dati PUMS (Piano urbano per la mobilità sostenibile) ben il 40 per cento degli spostamenti veicolari dentro Ponte San Giovanni sono spostamenti interni al quartiere: si prende l’auto anche per percorrere meno di un chilometro. Un minore uso dell’auto significa anche una minore necessità di parcheggi.
La proposta, uscita dai tavoli di progettazione partecipata in un percorso che ha coinvolto università, tecnici comunali, cittadini e associazioni nell’arco di alcune settimane con dieci incontri aperti a tutti, è stata poi rielaborata dai tecnici comunali e, pur con alcune criticità presenti a nostro avviso, manteneva ancora l’idea di fondo di riqualificare la spina centrale funzionale alla vita di quartiere per offrire uno spazio pubblico collettivo da usare come luogo di socialità e di condivisione.
La revisione proposta dall’attuale giunta snatura parzialmente ma essenzialmente quell’idea, sacrificando oltre due terzi della piazza per portare i posti auto da 13 a 66, con un disegno spaziale che privilegia l’auto e comprime i pedoni in uno spazio residuale, ponendo il parcheggio al centro e interrompendo quella continuità spaziale e percettiva che si sarebbe venuta a creare tra i vari spazi pubblici (via della Scuola non a caso prevede una piattaforma rialzata per dare continuità visiva, fisica e materica tra la parte antistante il Cva e la nuova piazza).
Il progetto esecutivo aveva sicuramente limiti e difetti, come ad esempio l’inserimento di una pesante e costosa pensilina in cemento armato (prevista invece come leggera nel progetto di Sartore), o l’introduzione di 13 posti auto regolari all’interno della piazza che porterebbe a una maggiore occupazione irregolare del luogo, ma riteniamo altresì che la soluzione avrebbe dovuto e potuto essere la totale pedonalizzazione, e non un ritorno all’indietro sull’idea di piazza.
I parcheggi limitrofi alla piazza sono più che sufficienti a soddisfare le esigenze degli automobilisti, come d’altra parte evidenziato anche in occasione del mercato del giovedì, quando le automobili vengono tranquillamente ricollocate nei tanti parcheggi limitrofi senza troppi disagi.
In ogni caso a nostro avviso (come rappresentato anche agli assessori in un incontro avuto in seguito alla presentazione della nuova variante) c’erano e ci sarebbero ancora le condizioni per recuperare diversamente alcuni posti auto, mantenendo la piazza per le persone, o almeno recuperandone una parte significativa. Lo stesso progetto esecutivo attua un ridisegno dello spazio pubblico che consente di inserire 30 nuovi posti auto nella parte nord di via Cestellini. Ci sembra inoltre una criticità che la sezione a senso unico di via della scuola nel progetto esecutivo ha una sezione carrabile di ben 6 metri, troppo larga (per le autostrade la corsia è larga 3,75 m): spazio rubato ai pedoni e che a nostro parere incentiverebbe la sosta selvaggia.
Oltre le questioni tecniche, andrebbe inoltre ricordato che nel programma elettorale della coalizione che ha portato Vittoria Ferdinandi a diventare sindaca di Perugia, ci sono 20 pagine dedicate all’urbanistica e alla mobilità in cui si parla molto poco di automobili e molto di «una nuova idea di città e di mobilità», nonché di «invertire la piramide della mobilità», concetti ribaditi in più occasioni dalla stessa sindaca. Tanti cittadini hanno votato convintamente questa amministrazione anche per vedere una visione diversa di città. L’obiettivo che ci si è posti non lo si otterrà di certo aumentando i parcheggi o continuando a favorire l’uso dell’auto ad ogni occasione, tornando indietro con compromessi al ribasso proprio in quei casi in cui si è cercato di fare un passo in avanti.
Alla luce di queste considerazioni, chiediamo prioritariamente che la variante proposta sia riconsiderata, mantenendo il cuore della piazza come pedonale fermo restando l’utilizzo a mercato nei giorni preposti – al limite recuperando un certo numero di posti auto in altre posizioni (tramite un ridisegno dello spazio lungo via Cestellini, a fianco del Cva o nel parcheggio lungo via della Scuola) o al bordo delle strade.
In alternativa, nel caso in cui si proceda a tutti i costi con il parcheggio nel piazzale – scelta per noi errata – chiediamo che lo spazio pedonale sia allargato notevolmente e reso più bello e confortevole rispetto a quanto previsto nella variante (in cui si ricava un risicato marciapiede di meno di 1,5 metri a fronte di una larghezza occupata dai parcheggi di quasi 50 metri), incentivando anche la sosta delle persone con slarghi e panchine. Con un semplice ridisegno sarebbe possibile allagare la parte di marciapiede prospiciente all’area verde, in modo da incentivare la fruizione e anche la sosta pedonale. Si allega qui sotto un esempio che dimostra che con un poco di spostamento dei parcheggi è possibile aumentare la superficie pedonale di circa 750 metri quadri e migliorare nettamente la connessione con il parco Bellini e l’area verde esistente, pur mantenendo il numero di stalli a 66 posti auto.
Chiediamo anche che i parcheggi siano realizzati in continuità di livello e pavimentazione con la parte pedonale (proteggendola con dissuasori quali fioriere, verde alberato, arredi e paletti) per poter ripristinare l’uso a piazza in modo temporaneo o eventualmente permanente, in futuro;
Inoltre, visto che l’argomentazione principale per rivedere il progetto è che i parcheggi servono alle attività commerciali, chiediamo che la sosta sia consentita con disco orario e che la domenica e i giorni festivi il parcheggio sia precluso e lo spazio venga usato interamente come piazza.
Nel contempo, come obiettivo di medio-lungo termine, si dovrebbero attuare tutte quelle misure per favorire un’alternativa all’auto che non solo è possibile (visto che il 40 per cento degli spostamenti è interno al quartiere) ma è ormai fondamentale per un futuro sostenibile della nostra città e del nostro territorio.
Siamo sempre disponibili a un confronto costruttivo e pratico per risolvere le criticità esistenti e migliorare i progetti con l’obiettivo di invertire davvero la piramide della mobilità.
I firmatari
Giulia Agabitini, ingegnere
Orietta Alunni Santoni, abitante di Ponte San Giovanni
Daniel Asavei, studente di Ingegneria Edile e Architettura
Cesare Barbanera
Erminia Battista, medica e animatrice del Piedibus della salute e del benessere
Laura Bello, consigliera Ponte Solidale
Simona Biscarini, medica
Lisa Boccaccio, consigliera Ponte Solidale
Antonio Brunori, segretario generale Pefc Italia e consigliere Pro Ponte
Andrea Capotorti, professore Università degli Studi di Perugia
Agnese Capolupo, consigliera Ponte Solidale
Giacomo Checconi, ingegnere
Simonetta Cianetti
Fabrizio Cuniberti, consigliere Ponte Solidale
Francesco Di Filippo, presidente Ponte Solidale
Simona Fanelli, presidente Italia Nostra Perugia
Paolo Festi, presidente di Fiab Perugia Pedala,
Luigi Fressoia, Italia Nostra
Agnese Garofalo, abitante ponte San Giovanni
Michele Guaitini, segretario dei Radicali Perugia
Stefania Guerrucci, vicepresidente Ponte Solidale
Alvaro Lanfaloni, comitato Ginkgo Biloba Perugia
Matteo Lanfaloni, dottorando all’Università di Perugia
Alessandro Latterini, ricercatore in Scienze Politiche e abitante di Ponte San Giovanni
Marcella Maccarino, abitante di Ponte San Giovanni
Angela Manfreda, consigliera Ponte Solidale
Fabrizio Marcucci, giornalista
Gianfranco Mincigrucci, docente universitario e presidente della Consulta dei rioni e delle associazioni di Ponte San Giovanni
Lorenzo Moscatelli, abitante di Ponte San Giovanni
Francesca Nafissi, architetta
Francesco Nicolini, operatore mercato rionale e abitante di Ponte San Giovanni
Marco Nicolini, operatore mercato rionale Ponte San Giovanni
Tiziana Pagliacci, libera professionista
Antonello Palmerini, presidente Pro Ponte
Susanna Patata, urbanista
Benilde Peruccaccia, abitante di Ponte San Giovanni
Patrizia Peruccaccia, abitante di Ponte San Giovanni
Marco Peverini, ricercatore in Urbanistica al Politecnico di Milano
Gianluca Pisello, abitante di Pieve di Campo
Andrea Righini, lavoratore a Ponte San Giovanni
Raoul Segatori, segretario Fai provincia Perugia
Giacomo Signorini, fisico teorico
Leonardo Sorbelli, ricercatore
Sonia Sorci, ingegnera, insegnante
Primo Tenca
Matteo Zampolini, ingegnere
Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria
(lista sottoscrizioni in aggiornamento, è possibile sottoscrivere utilizzando questo form o mandando una mail con nome, cognome e qualifica a salviamolapiazzapsg@gmail.com)
Nell’immagine di copertina la “nuova” piazza che scaturirebbe dal progetto partecipativo coordinato dall’équipe del professor Mariano Sartore
Gli autori di quel progetto iniziale hanno commesso degli errori inqualificabili. 1) Anzitutto, hanno completamente ignorato la verità del traffico del nostro paese, un traffico, parassita, di auto, esterne al paese, che cercano di sfuggire alle code della superstrada e che quotidianamente, come un fiume in piena, allagano le vie interne di Ponte San Giovanni. Questi progettisti e i loro fans, più volte, hanno citato i dati del pums del 2019, affermando che il 60% del traffico del paese vi nasce e muore. Ma se andiamo a spulciare i dati “PUBBLICATI” del pums del 2019, da nessuna parte si trova questa informazione. E comunque quei dati sono solo sommativi, e assolutamente vecchi e non veritieri dello scenario attuale. 2) Il secondo errore sta nel voler trasformare la piazza Chiabolotti in un doppione della piazza Bellini del CVA, lì accanto. In tutte le città italiane si cercano parcheggi, che valgono oro e non si trovano, e noi che l’abbiamo dobbiamo eliminarlo ?????? 3) Il terzo errore sta nel pensare che fornendo un’offerta di corsie ciclabili ad una domanda inesistente, i ponteggiani improvvisamente si metteranno tutti ad andare in bicicletta. Ma ammesso e non concesso che questo possa avvenire, ciò non farebbe diminuire per nulla il traffico di veicoli a motore interno al paese, perchè questo è nella stragrande maggioranza traffico parassita di auto che attraversano il paese per sfuggire alle code della superstrada; e comunque i ponteggiano vanno già a piedi perchè, per loro fortuna, hanno tutti i servizi e le attività economiche a portata di piede !
Ma chi salverà invece via Giuseppe Lunghi? Già congestionata dal via vai di auto nei giorni lavorativi dovuto alle troppe attività presenti per le troppe licenze lasciate dal comune, ora con i mercati del martedì e giovedì ancora di piu. In questa zona chi ci abita non ne può più di tutti quelli che non ci abitano e arrivano fin qui con la loro auto!
Vorrei che la piazza rmanesse come il progetto iniziale
Sono d’accordo 👏🏻👏🏻
Vorrei che la piazza rmanesse come il progetto iniziale…!!
Lo ritengo un bellissimo progetto e ,a suo tempo, partecipato dalla comunità. Ero presente.