Anche per questa fine d’anno vi proponiamo i dieci articoli più letti degli ultimi dodici mesi nel nostro sito. Come potete constatare, si tratta di una lista la cui stragrande maggioranza dei contenuti riguarda le elezioni comunali che si sono tenute a Perugia in primavera. Questo, lungi dal costituire il sintomo di una nostra passione per la politica-politicante (anzi!) è il frutto di due fattori. Il primo riguarda noi che ve li abbiamo proposti: se abbiamo dedicato tanta attenzione alla campagna elettorale del capoluogo, in particolare a ciò che avveniva all’interno della coalizione che poi ha vinto le elezioni, è perché abbiamo scorto lì fin dalla prima uscita della candidata diventata sindaca dei germogli di un possibile nuovo modo di fare politica. Non staremo a dilungarci ripetendoci: nell’elenco di articoli che potete scorrere qui sotto troverete declinazioni e riempimenti del concetto di nuovo, che non abbiamo mai inteso nel senso deteriore del termine che spesso gli deriva, nuovismo, bensì come la ricerca di connessioni e partecipazione adeguate a tempi e spazi profondamente modificati, i cui cambiamenti spesso non vengono colti poiché sia chi ne è protagonista sia chi la osserva, la politica-politicante, ragiona come se si fosse ancora nel Novecento, e questo secondo noi non aiuta a capire.
Del resto, e qui veniamo al secondo aspetto, il fatto che questo tipo di contenuti sia stato letto – e spesso apprezzato – da migliaia di persone (siamo un piccolissimo mezzo che però ha un suo pubblico affezionato) è un po’ la prova che là, fuori dal Palazzo, magari non pienamente messa a fuoco, c’è la sensazione che il mondo sia cambiato e che le rappresentanze previste dalla nostra democrazia non colgano a pieno questa cosa. Siamo in una fase particolare di transizione sociale, ambientale, tecnologico-produttiva. Ma per inerzia resistono liturgie, posture e strumenti sagomati sul passato perché il nuovo, come sempre, disorienta e perché non sempre e non subito si individuano i criteri per interpretarlo e affrontarlo. Questo nuovo stiamo provando a raccontarlo sotto diversi aspetti: le forme di impegno e di ricerca di trasformazione evolutiva che non passano più dai partiti ma si esprimono in forme di partecipazione dal basso sempre meglio strutturate, e la contestuale riproposizione, spesso, da parte della politica tradizionalmente intesa, di ricette vecchie di trenta-quarant’anni. Ecco, l’altra parte della lista riguarda esattamente questo: la messa in discussione di opere e approcci che sono datati, non nel senso di antichi o vecchi, ma di inadeguati a tempi inediti che vanno cercati di capire, appunto.
Buona lettura, se vi va.
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