Un'ombra minacciosa alle spalle di un uomo
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Un anno di grazia per la lotta alle infiltrazioni mafiose

 

Sentenza “Quarto passo” con decine di condanne per ’ndrangheta. Legge regionale anti infiltrazioni della criminalità organizzata. Caso Barbara Corvi che torna in evidenza per un programma tv. Per la lotta alle mafie in Umbria il 2024 potrebbe risuonare come un “anno di grazia”.

Processo alla ‘ndrangheta

Protrattosi per 10 anni il processo definito “Quarto passo” ha comminato, almeno nella sentenza di primo grado, 280 anni di carcere a carico di 31 delle 51 persone imputate. La sentenza, pronunciata lo scorso 4 dicembre, ha riconosciuto fondate le ipotesi emerse dalle indagini: facendo sponda con i clan di Cirò e Cirò Marina (Catanzaro) una banda di ‘ndrangheta insediata in Umbria, con base a Ponte San Giovanni controllava una quarantina di imprese,disponendo di più di 100 immobili e di oltre 300 rapporti bancari e di credito. Una rete di affari allargata a tutta la provincia di Perugia. Per il coordinamento regionale di Libera Umbria la sentenza aiuta a «riconoscere che non siamo esenti da infiltrazioni mafiose e ci permette di aprire gli occhi e prendere coscienza di un problema di cui tutti e tutte dobbiamo farci carico, perché la presenza delle mafie ci toglie la possibilità di vivere democraticamente».

Legge antimafia

Votata all’unanimità dall’Assemblea legislativa regionale dell’Umbria il 22 ottobre e pubblicata nel Bollettino ufficiale il 4 novembre, la legge che punta a prevenire e contrastare fenomeni di criminalità organizzata e di stampo mafioso: 22 articoli che hanno l’obiettivo di dare efficacia ed efficienza all’azione sociale e istituzionale che si affianca all’operato di magistratura e forze di polizia. Basti citare la diffusione della cultura della legalità a partire dalle giovani generazioni (art. 4) arrivando al mondo delle imprese (art.6); ambiente, usura ed estorsione, sostegno delle vittime, sostegno alle imprese (articoli 7, 8, 9, 10). E ancora: il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata (articoli da 13 a 17) e la stabilizzazione dell’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata e l’illegalità (articolo 18).

Barbara Corvi

Si tratta di quell’osservatorio regionale che nel 2022 ha lanciato la campagna per la verità sulla scomparsa di Barbara Corvi attraverso la diffusione di una lettera mensile firmata da persone impegnate nel sociale. Una campagna protrattasi per più di due anni che ha dovuto fare i conti con l’andamento altalenante delle indagini fino all’ultima archiviazione stabilita dal magistrato di Terni nel dicembre scorso. Un esito rimesso in discussione da Manuela Iatì e Giulia Paltrinieri del programma Far West (Rai3): nelle campagne di Fuscaldo (Cosenza), sarebbe stato rintracciato il pozzo artesiano dove, secondo un pentito di ‘ndrangheta, sarebbe stato gettato il corpo della donna, scomparsa nell’ottobre del 2009 dalla sua casa di Amelia. Per Walter Cardinali (presidente dell’Osservatorio) una notizia che meriterebbe almeno una verifica, considerata la precisione con cui le inviate di Far West hanno riferito la posizione di un pozzo artesiano e mostrato l’esterno di un manufatto seminascosto dalla vegetazione che potrebbe essere l’imboccatura.

Foto dalla pagina Flickr di zen Sutherland

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