È la tristezza che pervade queste righe dedicate a Pierpaolo Marconi, collaboratore di Cronache umbre, morto il 12 marzo per l’acutizzarsi di una patologia che ha fronteggiato per anni senza lasciarsene sopraffare. Con la sua scomparsa se ne va un testimone e un protagonista degli sforzi che fino agli anni ’90 del secolo scorso avevano fatto di Terni una città che guardava al futuro grazie al peso preponderante che la classe operaia (e le sue forze politiche) rappresentavano e agivano, tese ad un cambiamento concreto dello stato delle cose, a cominciare proprio dalla città. Questo è stato Pierpaolo Marconi, animatore politico e culturale della città con una grande attenzione alle questioni ambientali che non ha mai cessato di evidenziare: prima in consiglio comunale poi con Legambiente, raccontando alla città quello che accadeva con i suoi articoli ospitati a lungo dal Corriere dell’Umbria; successivamente col suo programma televisivo Tre punto linea punto in cui ospitava i protagonisti (donne e uomini) di grandi e piccoli eventi, con gli articoli che ha continuato a scrivere per Cronache umbre: l’ultimo risale al 28 dicembre scorso.
Terni perde un tessitore di solidarietà, costruttore di un’esperienza che meriterebbe di non scivolare nell’oblio come sta rischiando di accadere: la campagna per aiutare i bambini e le bambine di Chernobyl nei mesi immediatamente seguenti all’esplosione nella centrale nucleare in Bielorussia, nel 1986. Da quell’anno in poi Pierpaolo è stato il motore di un lavoro instancabile profuso da decine di persone: ha contribuito a cambiare in meglio la vita di centinaia di ragazze e ragazzi accolti in tutta Italia dalle famiglie che accettarono di ospitarli e seguirli nel loro percorso di crescita.
Per chi guarda con attenzione allo scorrere capillare delle vicende quotidiane, l’azione a favore dei “bambini di Chernobyl” è stata un vero e proprio capolavoro di umanità, esattamente ciò che serve ad arginare il delirio guerrafondaio che ci assedia da ogni dove.
Bravo, Andrea. Bisognerà trovare il modo perché il patrimonio politico -culturale di Pierpaolo non vada disperso.