Al padre del ragazzo, che vive in Iran, non ha ancora avuto il coraggio di dire che il figlio di quindici anni è morto. “Se lo sapesse morirebbe anche lui, temo che non reggerebbe una notizia del genere. Gli ho detto al telefono che Meysam è all’ospedale, dopo il naufragio. Nei prossimi giorni dirò che non ce l’ha fatta”.
Piange, silenziosamente. Hadi Ghasemi, 40 anni, è arrivato da Amburgo a Crotone per riconoscere il corpo senza vita del ragazzo avvolto in un sacco di plastica e poi deposto in una delle 68 bare allineate nel PalaMilone, il palazzetto dello sport di Crotone, che è diventata una camera ardente dove avvengono i riconoscimenti e le identificazioni. Era il corpo numero KR55M17 e dopo essere stato riconosciuto dallo zio è tornato ad avere un nome: Meysam Ghasemi, 15 anni, originario di Herat, in Afghanistan. Viaggiava da solo.