I principali centri della fascia appenninica a nord est della regione; quelli che si affacciano sul lago Trasimeno; pezzi consistenti di territorio tra lo stesso lago e il comprensorio orvietano e, ancora, a cavallo dello Spoletino e del Folignate. E poi le città più popolate: le stesse Foligno e Spoleto, e il “caso” Terni.
Abbiamo scelto di confrontare i tassi di astensionismo in due diverse consultazioni elettorali: le Politiche del 2022 e le ultime regionali. E abbiamo individuato i centri in cui il tasso di astensionismo è stato in ambedue i casi superiore alla media regionale. Abbiamo escluso le Europee della scorsa primavera perché, essendo così vicine all’ultima scadenza elettorale, avrebbero probabilmente confermato la tendenza attuale. Invece, esplorare i dati a distanza di un paio d’anni e per due consultazioni di tipo differente, può aiutare a comprendere dove risieda in misura maggiore l’elettorato che ormai quasi abitualmente evita le urne.
Nella mappa interattiva che trovate a corredo di questo articolo i puntini rossi coincidono con i 27 comuni sui 92 complessivi della regione in cui sia nel settembre 2022 che nel novembre 2024 il tasso di astensionismo è stato più alto della media umbra, che per la cronaca fu di oltre il 31 per cento due anni fa ed è stato del 47,7 per cento domenica 17 novembre. Ne emerge una sorta di perimetro regionale: l’astensionismo è cioè maggiore e più regolare man mano che ci si sposta dal centro alle periferie della regione. Emblematica in questo senso è la cosiddetta fascia appenninica, un crinale in cui da Nocera Umbra a Scheggia e Pascelupo, passando per Gualdo Tadino, Fossato di Vico e Costacciaro il tasso di affluenza alle urne si conferma al di sotto della media. C’è poi un pezzo di sud della regione, ben rappresentato dal capoluogo Terni e da Calvi dell’Umbria, una sorta di simbolo, essendo il comune più a meridione dell’Umbria. E c’è il versante ovest, che si allunga da Castiglione del Lago a Montecchio. Non compare invece il nord, in questa versione dell’Umbria in cui la marginalità – questo tipo di marginalità che si esprime nella sfiducia nelle urne – sembra quasi ricalcare uno schema nazionale.
Infine, qualche curiosità: a Lisciano Niccone tra il 2022 e il 2024 il tasso di astensione è stato complessivamente di 19 punti percentuali più alto della media, dato che ne fa il comune più astensionista dell’Umbria. Tassi più alti della media a due cifre percentuali fanno registrare anche Ficulle e Scheggia e Pascelupo (-13 per cento di elettori rispetto alla media del resto dell’Umbria tra 2022 e 2024), Fossato di Vico (-11,6 per cento), Calvi dell’Umbria (-11 per cento) e Montegabbione (-10 per cento). Come a disegnare una sorta di secessione silente dei piccoli e decentrati.