È stato presentato a Terni il volume “Il mio Pci”, edito da Morlacchi e curato dalla Fondazione Pietro Conti. Una raccolta di scritti di attivisti e funzionari che ricostruisce in maniera inedita e intima il profilo del più grande partito comunista d’occidente che ha governato la regione e le principali città dell’Umbria per decenni nel dopoguerra. Un’occasione per ripercorrere una vicenda dalle radici lunghe
Fa un certo effetto ritrovarsi, pressoché da estraneo, tra decine di protagonisti negli ultimi 60 anni della storia e della politica di una città. È accaduto in un giorno di dicembre (venerdì 17) nella sala consiliare del Comune di Terni dove si sono ritrovati militanti, dirigenti, eletti nelle istituzioni di quello che fu il Partito comunista italiano. Fa effetto anche allo sguardo (comunque attento e partecipe) di chi ha conosciuto quella realtà da cronista occasionale (e non residente) come è stato chi scrive queste righe. Osservare quelle persone (tutte avanti nell’età) salutarsi nel riconoscersi, magari dopo anni di mancati incontri, genera un moto di empatia e profondo rispetto anche da parte di chi ha sempre interloquito, in tono di forte dialettica, con la cultura e le politiche del più grande partito comunista d’Occidente. Una storia fatta da idee, passioni, sofferenze, lotte, aspirazioni, lutti: una miscela a lungo disseminata in ogni parte d’Italia, dove più dove meno. Un catalizzatore sociale che ha indotto pressoché tutti i processi di trasformazione (in senso evolutivo) di una nazione composita, quella “italofona”, un ponte antropologico tra l’Europa centrale e la sponda mediterranea dell’Africa.
Ebbene con un repentino ingrandimento su Terni, entrando a volo nella bellissima sala delle adunanze di Palazzo Spada si potrà notare appoggiato sugli scranni il volume, curato da Gianni Polito, contenente le testimonianze di 49 autori (solo 4 le donne a indicare un nodo non risolto) che hanno risposto alla sollecitazione del curatore. Polito ha lavorato più di un anno per costruire “Il mio Pci. Tante storie in una. Testimonianze dalla provincia di Terni” (Morlacchi Editore, 360 pagine). Una vera e propria enciclopedia sentimentale perché quelle che sono state messe in evidenza sono soprattutto le vicende personali legate alla militanza e all’impegno: storie di individui profondamente immerse nel contesto generale, frammenti di autobiografie costruiti con dovizia di riferimenti a fatti e persone (un indice dei nomi sarebbe stato utilissimo); un approccio diametralmente opposto alla tradizione dei testi politico-scientifico-propagandisitici a cui si è stati abituati per quasi un secolo. Un cambio di prospettiva che non ha negato quella tradizione ma ha chiuso, finalmente, il cerchio della vicenda umana dentro a un susseguirsi di temperie che si allunga per oltre mezzo secolo.
Si parte dalle storie del dopoguerra si passa per il ‘68 e i sessantottini, fino a scandagliare il ruolo dei comunisti nel Ternano, nel Narnese, nell’Amerino e nell’Orvietano con una ricchezza di dettagli che potrebbero fare la gioia di laureande e laureandi per le loro tesi di storia contemporanea. A voler cercare una metafora di un quadro del genere si potrebbe ricorrere alla vitalità delle sementi che si protrae per tempi che vanno ben oltre la generazione di coltivatori che le hanno utilizzate nella loro attività. Sviluppata in un auspicio quella metafora potrebbe così manifestarsi: le esperienze contenute nel grande deposito diffuso costituito dalla storia del Partito comunista italiano potrebbero emulare la vitalità di quei semi trasfigurati nei milioni di persone che aspiravano a una vita dignitosa e vedevano nel Pci una possibilità di vedere quell’insieme di idee, passioni, sofferenze, lotte a lungo coltivate in ogni parte d’Italia trasformarsi in raccolto di futuro.
Il libro fa parte di un più ampio progetto della Fondazione Pietro Conti Umbria, coordinato da Renzo Patumi e Fabrizio Bracco, rispettivamente alla guida del Cda e del Consiglio di indirizzo della Fondazione stessa. Patumi e Bracco hanno guidato la presentazione del 17 insieme: al tavolo dei relatori, con loro e Polito, anche Ugo Sposetti, presidente dell’associazione “Enrico Berlinguer”, motore nazionale del progetto ‘21 avanti popolo, il motto dell’iniziativa per i cento anni dalla fondazione del Partito comunista più forte dell’Occidente: prevista l’uscita di altri due volumi che raccoglieranno contributi nell’intera provincia di Perugia.
Questi gli autori e le autrici degli scritti contenuti nel volume (tra parentesi il luogo e l’anno di nascita ripreso dalle brevi biografie che completano i testi):
Prefazione: Fabrizio Bracco e Renzo Patumi. Introduzione: Gianni Polito (Terni, 1950), Franco Giustinelli (Terni, 1940), Rossano Capputi (Labro-Ri, 1950). Testimonianze: Franco Giustinelli, Alvaro Valsenti (Terni, 1924), Luigi Corradi, Claudio Carnieri (Terni, 1944), Giocondo Talamonti (1946), Mario Giovannetti (1946), Rossano Iannoni (Terni, 1946), Giacomo Porrazzini (Terni, 1941), Paolo Modesti (Vacone-Ri, 1946), Mario Benvenuti (Piombino-Li, 1954), Maurizio Cipollone, Carlo Paolucci (Terni, 1948), Maurizia Bonanni (Piediluco – Terni, 1951), Libero Paci (Terni, 1951), Roberto Piermatti, Giorgio Brighi (Terni, 1951), Sandro Corsi (1955), Serenella Ricci (Terni, 1954), Sergio Barbaccia (Terni, 1948), Giampiero Amici (1949), Olimpio Matteucci (Polino-Tr, 1948), Paolo Raffaelli (Terni, 1953), Stefano Bolletta (Terni, 1958), Sandro Piermatti, Lucia Rossi (Terni,1961), Sandro Piccinini (Marmore-Terni, 1960), Tommaso Sabatini (Marmore-Terni, 1980), Enrico Bini (Terni, 1947), Massimo Leopoldi (Terni, 1954), Franco Frasca, Fulvio Pellegrini (Terni, 1951), Fiorenzo Cipolla (Piediluco-Terni, 1950), Lorenzo Manni (Terni, 1946), Carlo Folli (San Gemini, 1947), Adriano Rossi (San Venanzo, 1953), Luciano Costantini, Giulio Cesare Proietti (Narni, 1950), Delio Angeletti (Narni, 1949), Mirella Pioli, Valentino Filippetti (Parrano-Tr, 1956), Fausto Prosperini (Orvieto, 1949), Paola Sacchi, Roberto Antonio Basili (Orvieto, 1941), Sandro Romildo (Terni, 1948), Franco Silvani (Amelia, 1932), Fabrizio Bellini (Amelia, 1962). Per Giorgio Stablum (Leonessa-Ri, 1948) una nota sintetica.