Il conflitto in corso in Ucraina tra popolazioni slave russe e ucraine, queste ultime appoggiate da una coalizione tribale di nazioni nell’Europa subscandinava, non ha messo in evidenza soltanto la fragilità della pace nel subcontinente devastato dalla pandemia. Ha svelato anche una squallida sfumatura di eccezionalismo razzista con cui molte persone europee e di discendenza europea tendono a guardare a se stesse.
È stato impossibile non accorgersi dello shock, all’idea che tutto questo potesse succedere in Europa, mostrato dai giornalisti caucasici che stanno raccontando la guerra scatenata dall’invasione della Russia con il pretesto di sostenere gli alleati etnici nelle enclave tribali di Donetsk e Luhansk, riconosciute come repubbliche indipendenti.
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