Caro professor Galli della Loggia, la sera del 25 agosto 2022 lei era ospite da Marianna Aprile e Luca Telese nella trasmissione della LA7 ”In Onda” e ad un certo punto ha detto, a proposito di chi rivanga il passato di Giorgia Meloni, (io sono uno tra questi): «Il cambiamento è una delle caratteristiche positive degli uomini e delle donne politiche. I veri politici sanno cambiare e quindi dirgli ma tu dieci anni fa pensavi in un altro modo, dicevi altre cose, entro certi limiti è un gioco che non funziona». Queste sue affermazioni mi hanno molto colpito, come dire che la Meloni sia stata colpita sulla via di Damasco. Purtroppo non siamo di fronte a questa condizione, certo che cambiare è positivo ma dove lo vede il cambiamento in una donna che arringa le folle contro gli immigrati, si vada a risentire il discorso della loro festa, non dieci anni fa, qualche mese fa: prima se la prende con i musulmani invitandoli ad andare nei paesi islamici, poi conclude: «Qui noi difenderemo quei simboli, difenderemo la nostra identità. Dio patria e famiglia». È questo il cambiamento di cui lei parla? Un discorso di cui lo psichiatra Luigi Cancrini ha definito vergognoso per la violenza insita in quelle parole.
Oppure «Crescere generazioni di nuovi italiani sani e determinati». Questa frase è di una settimana fa, non di dieci anni fa, non le fa venire in mente qualcosa che somiglia alla nostalgica razza ariana, per non parlare poi del discorso fatto in Spagna, non dieci anni fa ma qualche mese fa: contro l’aborto, contro una legge sul fine vita, contro tutti i diritti civili, contro gli immigrati, Questo è il cambiamento a cui lei si riferisce? Nel programma della Meloni e dei suoi alleati si parla di blocco navale, cosa per la quale Salvini è già andato sotto processo. Come si fa ad impostare una campagna elettorale, strumentalizzando i valori cristiani (”Io Credo”) oppure su “Dio Patria e famiglia” quando in tutto il Vangelo e la Bibbia si parla di accoglienza dello straniero, principi fondanti dell’essere cristiani.
Il direttore di “Famiglia Cristiana”, don Stefano Stimamiglio, ad una lettrice che denunciava che «il razzismo è figlio di parole ostili e della nostra indifferenza», ha risposto: «Non bisogna demordere. Occorre come hai fatto tu, gridare, denunciare, lottare per una società diversa e più inclusiva. Anche con il voto».
C’è un’altra cosa a cui io tengo in modo particolare, pur ammettendo che le persone possono cambiare, e quello che lei dice in proposito teoricamente non fa una piega, vorrei sottolinearle l’eredità politica. Secondo lei non conta niente che Giorgia Meloni è l’erede politica, non di Mussolini, ma di Almirante, Rauti, Marcello Guida prefetto di Milano ai tempi della strage di Piazza Fontana? Lei saprà meglio di me che dietro queste stragi c’è stata sempre la mano nera di questi personaggi che hanno depistato, inquinato le prove e poi sono fuggiti.
E’ possibile cancellare questa storia? E non mi dica che si potrebbe dire altrettanto per il Pd, che è l’erede del Partito comunista, (anche questo ha scritto). Lei sa meglio di me che non sono la stessa cosa. La storia dei fascismi nel mondo è storia di repressione ed oppressione dei popoli. La storia del comunismo è storia di liberazione dall’oppressione e dalla schiavitù, poi si sono commessi gravissimi errori ed orrori ma non sono la stessa cosa.
Dopo la caduta del muro di Berlino 1989 Norberto Bobbio (non un comunista) scriveva: «Chi si farà carico di quel grumo di speranze, di cambiamento, di emancipazione che il comunismo aveva sollevato?».
Bravo!!@