“I mesi più duri sono dicembre e gennaio, perché dalle finestre delle nostre stanze al Park hotel vediamo la gente che festeggia con i propri cari l’arrivo di un altro anno in cui noi siamo tenuti lontani dai nostri. Quelli appena passati sono stati il nono Natale e il nono capodanno che ho trascorso da detenuto”. A scrivere è Mehdi Ali, un profugo iraniano che vive nello stesso albergo di Melbourne, adibito dalle autorità australiane a centro detentivo per immigrati irregolari, dove fino alla mattina del 10 gennaio si trovava Novak Djokovic.
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