Davide Frattini sul Corriere della Sera e Michele Giorgio su Il Manifesto, qualche tempo fa, raccontavano di tre librerie di Gaza rase al suolo durante i bombardamenti israeliani in risposta al lancio di missili da quei territori. Tre luoghi in cui si potevano comprare libri in arabo e in inglese, ma soprattutto testi, penne, matite e tutto il materiale didattico per le scuole e per gli studenti delle due università di Gaza City. Samir Mansour proprietario della Mansour Bookshop è anche editore: 30 anni di paziente lavoro culturale andati in fumo, mentre Ramadan Elajeni insieme alla sua piccola e preziosa libreria Raya For Point ha perso anche la casa. Shaban Aslim è il terzo dei librai colpiti, ha perso tutto. Forse questo era uno dei terreni su cui Vivere con Lentezza, avrebbe potuto rendersi utile, e così assieme a Nara Ronchetti di Assopace Palestina, abbiamo avviato una raccolta fondi per aiutare a far ripartire le attività culturali in quella martoriata zona.
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